[27/02/2008] Energia

La Toscana delle rinnovabili solo a parole: bocciato anche l´eolico di Cortona

LIVORNO. La strada per la realizzazione del parco eolico a monte Ginezzo, nel comune di Cortona, costellata di una lunga fila di No, sembra ormai definitivamente chiusa. L’ultimo diniego è arrivato da parte della Regione Toscana, che già lo aveva bocciato attraverso la commissione Via (non certo generosa a concedere le autorizzazioni a questa tipologia di energie rinnovabili) forte del parere, anch’esso negativo della soprintendenza di Arezzo.
La giunta regionale infatti, nel corso della presentazione del piano energetico (che di parchi eolici ne prevede ben 15) ha definitivamente bocciato, senza appelli, il progetto aretino.

A nulla è servita la forte motivazione alla sua realizzazione da parte del comune di Cortona, invano si è costituito un comitato che ha come primo firmatario l’assessore alla qualità ambientale Gabriele Viti e che ha visto l’adesione di molta parte della società civile, dell’associazionismo, del mondo ambientalista.

Il parco non si può fare. Perché come aveva sottolineato la soprintendenza «l’impatto paesaggistico è da considerarsi notevole da tutta una serie di punti di vista. Il cambiamento radicale della percezione visiva non appare compatibile, in contrasto con gli obiettivi primari della tutela e della valorizzazione del paesaggio».

Quindi si rinuncia a 22,5 megawatt di energia pulita, corrispondenti al fabbisogno di energia di circa 17 mila nuclei familiari, che i 15 aerogeneratori posti lungo il crinale del monte Ginezzo, rimodulato per ridurre al minimo l’impatto ambientale, avrebbero prodotto. Come si vorrebbe rinunciare a quelli prodotti dal parco di Scansano.

Ma siamo sicuri che ce lo possiamo permettere? E quanti altri monti Ginezzo ci sono in Toscana? Quanti altri in Italia? Siamo sicuri cioè che l’incrocio tra aree con vento sufficiente e quelle dove l’impatto prodotto dalle pale sia accettabile, quelle dove non vi sono vincoli, quelle abbastanza distanti dai centri abitati ecc. ecc. dia risultati compatibili con quanto invece si prevede (e saremo obbligati ) di fare? E siamo sicuri che nel nostro paese le zone zps (di cui molte individuate per la presenza di essenze vegetali o presenze animali terrestri per i quali difficilmente si può parlare di disturbo dato dal movimento delle pale eoliche) siano incompatibili con la produzione di energia pulita, quando un totem della protezione della natura come le isole Galapagos puntano esattamente su questo tipo di approvvigionamento energetico?

Ci possiamo davvero permettere di non trovare spazio dove mettere le pale eoliche, di avere tetti non compatibili con pannelli fotovoltaici e per il solare termico, quando lo sono per le miriadi di antenne e parabole televisive che li colonizzano? E quando ogni muro, ogni terrazzo, ogni pensilina è disseminata di ventole per i condizionatori?

E sino a quando ci potremo permettere la contraddizione di indicare obiettivi su piani nazionali e regionali (che andranno resi ancora più stringenti per gli impegni che ci verranno chiesti dall’Europa con la prossima direttiva tre 20) e strumenti di applicazione che li rendono nei fatti impossibili da raggiungere?
Sino a quando sarà possibile che nei regolamenti edilizi comunali si possa scrivere che è negata l’installazione di qualsiasi tipo di pala eolica.

Sino a quando potremo permetterci veti incrociati da parte di tutti i detrattori delle energie rinnovabili, che non negano mai l’importanza che queste rappresentano per invertire la marcia dei cambiamenti climatici, ma che a fronte della tutela del paesaggio sarebbero disponibili a rinunciarvi e a preferire una centrale nucleare (perché quelle non farebbero danno al paesaggio?) come ha recentemente dichiarato Asor Rosa che è a capo della rete dei comitati toscani.

Il tempo, come ci hanno ricordato gli ultimi rapporti dell’Ipcc, non è più così tanto da poterci permettere di lasciarlo passare senza agire. E allora basta chiacchiere e diamoci davvero da fare per un futuro legato sempre meno alle fonti fossili e sempre più a quelle rinnovabili. Eolico in testa.

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