[22/02/2008] Urbanistica

Il 35% del litorale sabbioso è a rischio, ma i porti turistici aumentano

LIVORNO. La Toscana ha in tutto 442 Km di coste, 243 Km sono di scogliere e costa alta, 200 km sono di costa bassa e di questi 191 sono di litorale sabbioso. In questo quadro i circa 70 chilometri di spiagge colpite da erosione rappresentano molto significativa. Questo dato, già preoccupante, viene aggravato dal fatto che alcuni chilometri di costa, un tempo costituiti da litorali sabbiosi, oggi non sono più considerabili come spiagge essendo protetti da scogliere a ridosso di centri abitati e vie di comunicazione (Marina di Massa e Marina di Pisa) oppure ospitano strutture portuali (Marina di Carrara, Viareggio).

Confrontando spiagge in avanzamento e in erosione, quelle in avanzamento risultano il 64,1% del totale contro il 35,9% di quelli in erosione, tuttavia l’avanzamento è limitato a pochi centimetri l’anno mentre l’erosione può arrivare anche a superare i 10 metri annui (foce dell’Ombrone e San Rossore).

Analizzando i punti critici si trovano situazioni davvero allarmanti: alla foce dell’Arno il litorale settentrionale è arretrato di circa 1300 m dalla fine dell’800 a oggi ed il tasso di erosione ha raggiunto punte di 20 metri all’anno. Anche il delta dell’Ombrone ha perso un Km all’apice ed oggi l’arretramento della riva sfiora i 15 metri all’anno. Ma anche le spiagge poste a sud della foce del fiume Magra e quelle alla foce del Cecina e dell’Albegna hanno registrato arretramenti di centinaia di metri.

L’erosione ha interessato anche tratti di costa lontani dalle foci, in particolare quando opere realizzate in mare hanno alterato il normale flusso dei sedimenti lungo la riva. A Marina di Carrara la costruzione del porto ha bloccato l’erosione che stava avvenendo sul lato settentrionale, ma ha amplificato quella che ha colpito il litorale di Marina di Massa. La stessa cosa è successa con il porto di Viareggio, solo che il consistente flusso di sedimenti che viene da sud ha nel tempo scavalcato l’ostacolo e ancora riesce a far avanzare la spiaggia.

Anche porti minori, come ad esempio quelli di San Vincenzo, Marina di Grosseto, Salivoli, Cala Galera e Marina di Campo hanno innescato processi erosivi interferendo nel normale flusso dei sedimenti lungo la costa.

Nonostante questo assistiamo a continue proposte di nuovi porti turistici, in nome di uno sviluppo che ormai non è più sostenibile, neppure dal punto di vista economico, visto che perdere spiagge significa perdere poi i turisti stessi.

Molti dei problemi attuali sono addirittura il risultato di interventi di difesa effettuati in passato, un esempio è la spiaggia a nord di Bocca d’Arno, dove negli anni ’60 sono state costruite cinque scogliere parallele che hanno amplificato molto l’erosione naturale dell’ala nord del delta dell’Arno. Altro caso emblematico è il golfo di Follonica dove, per contrastare un modesto processo erosivo, si sono realizzate scogliere parallele che hanno amplificato il fenomeno. In altri casi le scogliere hanno portato ai risultati sperati, ma la stabilizzazione della linea di riva ha portato all’erosione dei fondali antistanti. Ad esempio a Marina di Pisa all’esterno delle scogliere parallele di difesa i fondali si sono abbassati fino a sette metri. La stessa cosa è avvenuta anche a Marina di Carrara e Marina di Massa.

Torna all'archivio