[21/02/2008] Comunicati

Unep Year Book 2008: l´ottimistica strada verso la green economy

LIVORNO. Il Programma Onu per l’ambiente (Unep) ha presentato, alla decima sessione straordinaria del Governing Council/Global Ministerial Environment Forum che si conclude domani nel Principato di Monaco, li suo “Year Book 2008”, che sottolinea che un numero crescente di aziende si stanno incamminando sulla strada della nuova economia verde e che ormai gli investimenti nelle energie pulite e rinnovabili assommano a centinaia di miliardi di dollari.

Il rapporto annuale dell’Unep descrive un cambiamento climatico che sta mutando l’ambiente, dallo scioglimento dei ghiacciai ai fenomeni meteorologici estremi, ma sottolinea che cominciano anche a «cambiare la presa di coscienza, le politiche e le azioni dei capi di azienda, dei finanzieri e degli imprenditori così come quello dei dirigenti sindacali e dei lavoratori, dei governi e della stessa Organizzazione delle Nazioni Unite. Sempre più, la lotta contro il cambiamento climatico è percepita come un’opportunità piuttosto che un fardello e un cammino verso la prosperità piuttosto che un freno per I benefici e il lavoro».

Secondo la nuova visione ottimistica dell’Unep Year Book 2008, la nuova economia verde trascinerebbe in avanti l’inventiva, l’innovazione e l’immaginazione ingegneristica ad un livello mai visto dopo la rivoluzione industriale di più due secoli fa. Tra gli esempi l’Unep cita, paragonandoli ad una specie di fotosintesi artificiale, i progetti di geo-ingegneria, come i giganteschi collettori di CO2 per assorbire i gas serra. «Basati sulla tecnologia utilizzata nei filtri da acquario e sviluppati da scienziati dell´Earth Institute dell’università di Colombia, questo metodo, chiamato “cattura dell’aria” può raccogliere la CO2 in luoghi ideali per lo stoccaggio geologico», spiega il rapporto. Gli scienziati islandesi studiano l’iniezione di CO2 nelle rocce basaltiche e dicono che l’inquinante reagisce formando calcare inerte. Formazioni geologiche adatte al sequestro di CO2 sembrano diffuse in gran parte del pianeta e, secondo l’Unep, «potrebbero fornire un’opzione sicura per l’eliminazione dei principali gas serra».

Gli scienziati stanno anche cercando di sbrogliare un’altra ingarbugliata matassa prodotta dal riscaldamento globale: le incertezze e le opportunità delle enormi quantità di metano presenti nei fondali marini e nel permafrost artico. Il metano è un gas serra 25 volte più potente della CO2 e la possibilità di un forte aumento di emissioni di metano proveniente da questi depositi naturali rappresenta un grave rischio per un’ulteriore riscaldamento del pianeta. «Allo stesso tempo – scrive l’Unep – gli idrati di metano sono potenzialmente un importante stock di carburante pulito, se si trova il modo di estrarli in maniera sicura ed economica».

Le sfide sono molte e difficili, ma possono servire a spingere perché «l´insieme delle trasformazioni nascenti siano sostenute ed integrate nell´economia mondiale nel corso dei prossimi anni e decenni». L’ottimismo per la “green economy” dell’Unep non nasconde le difficoltà: «gli ostacoli includono le sovvenzioni che favoriscono i combustibili fossili al posto delle energie più pulite; i regimi tariffari e commerciali che rendono le tecnologie più pulite più care e le avverse disponibilità al rischio delle banche e di altre istituzioni finanziarie quando di tratta di prestiti per l’energia solare ed eolica e per le comunità più povere».

Il summit mondiale dei ministri dell’ambiente di Monaco ospita il Consiglio di amministrazione Unep che ha come tema “Mobilitare i finanziamenti per la sfida climatica” ed il direttore dell’Unep Achim Steiner, ha detto che «Centinaia di miliardi di dollari sono oggi investiti nelle tecnologie energetiche pulite e rinnovabili e migliaia di miliardi di dollari sono in attesa che i governi si mettano d’accordo sul nuovo regime climatico decisivo per il dopo 2012, parallelamente alla creazione dei meccanismi di mercato necessari a raggiungere questi obiettivi. Grandi ostacoli stanno nel capire se questi fondi cercheranno nuovi investimenti rispettosi del clima in futuro o se cercheranno il più piccolo denominatore comune investendoli nelle tecnologie inquinanti del passato. La sfida per i ministri riuniti a Monaco è di creare un passaggio di investimenti attraenti, creativi ed equi che ricompensino coloro che sono pronti ad investire oggi nell´economia di domani. Questa è anche la sfida della comunità internazionale durante i due anni a venire, fino alla riunione di Copenaghen».

«Però – ha aggiunto - sono ottimista che possiamo accelerare verso un’economia verde. Se gli esseri umani possono posarsi sulla Luna, inviare i sottomarini sotto l’Artico, perfezionare i trapianti di fegato e cuore; decifrare i misteri del genoma umano e concepire minuscole nano-macchine, deve essere possibile per l’intelletto umano gestire una transizione verso una società a basse emissioni di carbonio».


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