[21/02/2008] Energia

Geotermia, Arpat presenta i dati 2006 e qualcuno del 2007

LIVORNO. Il dibattito sulla geotermia avrà domani un altro appuntamento di approfondimento sull’Amiata: è previsto, infatti, ad Arcidosso un convegno/dibattito (nel pomeriggio a partire dalle 15,30 al teatro degli Unanimi), organizzato dalla Regione Toscana, le comunità montane e il comune amiatino. In quell’occasione, in cui sarà presente anche l’Assessore all’ambiente della regione Anna Rita Bramerini, i tecnici della regione stessa, di Arpat, Ars e dell’Università di Siena presenteranno i risultati dei monitoraggi in atto e le linee guida degli studi prossimi previsti, per dare risposta al quesito se la geotermia sul monte Amiata può essere considerata una risorsa energetica per il futuro.

«L’Arpat presenterà i dati del monitoraggio delle emissioni e della qualità dell’aria aggiornati al 2006, con qualche anticipazione anche di quello che abbiamo raccolto nel 2007» ci ha spiegato Roberto Gori, direttore tecnico dell’agenzia ambientale.

Ci sono novità rispetto al pregresso?
«Ogni anno mettiamo sotto controllo 5 impianti in più rispetto al passato e con il 2006 siamo arrivati a controllare almeno una volta quasi il 70% del parco geotermico, considerando quindi sia quello dell’Amiata che quello dell’area pisana di Pomarance. I controlli sugli impianti di abbattimento di Mercurio (Hg) e di acido solfidrico (H2S) hanno fornito buoni risultati sia sulla parte gassosa che sull’insieme delle emissioni di centrale. Con una efficienza di abbattimento pari all’83% su H2S e del 69% su Hg. Anche il controllo delle autorizzazioni è risultato positivo. Per altre sostanze esiste un problema dei valori limite di riferimento, perché l’attuale normativa non comprende tutte le sostanze, ma quelli normati stanno tutti entro i limiti previsti».

E i dati sulla qualità dell’aria?
«Per la qualità dell’aria facciamo il controllo delle emissioni attraverso sistemi mobili e una centralina fissa. Abbiamo dati di un monitoraggio che va avanti ormai da diversi anni per Hg e H2S e anche in questo caso il problema maggiore è quello di stabilire i valori di riferimento. Per l’acido solfidrico utilizziamo sia il valore della soglia olfattiva che quello relativo all’esposizione, prendendo a riferimento il valore guida dell’Oms di 150 microgrammi/24 ore. Per il mercurio si considera il valore di riferimento sempre come esposizione di 1 microgrammo/metro cubo su media annuale. E sia sull’Amiata che a Pomarance i valori presi come riferimento per l’esposizione e quindi come limite sanitario, non sono mai stati superati. Diversa la situazione per la soglia olfattiva dell’acido solfidrico che invece è sempre sforata dappertutto. Nel 2007 oltre a questi parametri abbiamo intrapreso anche il rilevamento dei classici parametri per la qualità dell’aria, ovvero anidride solforosa, ossidi di azoto, polveri sottili e anche in questo caso i valori misurati sono sempre molto al di sotto della soglia di riferimento normativa».

Ad Arpat non spetta un monitoraggio diverso dalla qualità dell’aria e dal controllo delle emissioni?
«Nel programma 2006 c’era solo il dato relativo all’aria, ma alla luce dell’evoluzione del sistema autorizzatorio abbiamo proposto integrazioni che dal 2008 prevedono oltre all’esistente, di studiare meglio la qualità delle acque sotterranee e di approfondire un lavoro che si fa nell’ambito della procedura di Via, in cui Enel nel protocollo firmato con la regione si è impegnata a rispettare valori di riferimento non previsti nella normativa e che sono invece inseriti nell’iter autorizzativo».

Saranno invece rivolti «a stabilire se c’è una potenziale relazione sia in termini di contaminazione sia in termini strutturali» ci ha detto Carlo Gaggi, coordinatore del gruppo di lavoro dell’Università di Siena, gli studi commissionati che la Regione gli commissionato e le cui linee di azione saranno presentate domani. Presente anche l’Agenzia regionale di sanità, rappresentata da Fabio Voller, che presenterà i criteri del lavoro che servirà a mettere a punto uno studio epidemiologico sulle popolazioni residenti nelle aree geotermiche voluto sempre dalla Regione.


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