[20/02/2008] Rifiuti

Raee: fari puntati sul 29 febbraio

LIVORNO. E’ il 29 febbraio la nuova deadline per i Raee. E Paolo Colombo, direttore generale del Consorzio Ecolamp, fa il punto sulla ancora complicata questione. «Dopo un iter legislativo ricco di sorprese, nel mese di gennaio 2008, il Sistema Raee è partito ufficialmente anche in Italia – ricorda Colombo - Il 31 dicembre 2007 si è concluso il regime transitorio durante il quale gli Enti locali hanno continuato a raccogliere e recuperare i Raee per conto dei Sistemi collettivi dei produttori. Con l’inizio dell’anno la gestione dei Raee è passata dai Comuni ai Produttori di Aee, organizzati in Sistemi collettivi o consorzi».

Se dunque si è partiti, non vuol dire che si sia già anche arrivati, infatti Colombo individua subito la prima criticità: «Tutto si avvia verso la completa operatività, ma si attende ancora il Decreto con le necessarie semplificazioni normative per consentire alla distribuzione di adempiere all’obbligo del ritiro 1 contro 1 dei rifiuti elettrici ed elettronici al momento della vendita di analoghe apparecchiature».

Il Decreto legge n. 248 indica, come detto, la data del 29 febbraio 2008 quale scadenza per la pubblicazione del Decreto, con avvio operativo del ritiro 30 giorni dopo la sua entrata in vigore. E qui c’è la seconda criticità messa in luce dal direttore di Ecolamp: «Prima della crisi di governo si prevedeva la partenza nel mese di aprile, ora speriamo che si parta per maggio».

Non è tutto, perché «Resta tuttora al vaglio dei Ministeri il Decreto ad hoc sul settore illuminotecnico, che entrando nel merito dello smaltimento e recupero degli apparecchiature di illuminazione, andrà a regolamentare un settore così delicato. Ricordiamo – prosegue Colombo - che in particolare le sorgenti luminose sono, all’interno della vasta gamma di tutti i Raee, rifiuti dalle caratteristiche peculiari: classificati dalla legge come pericolosi per via del loro contenuto di sostanze pericolose; fragili, ragione per cui è necessario un sistema particolarmente efficiente di logistica e tracciabilità; caratterizzati da elevati costi di gestione per trasporto, riciclo e smaltimento, non paragonabili ad altre tipologie di rifiuti elettrici ed elettronici, come per esempio quelli contenenti metalli, ovvero materie riutilizzabili e di valore».

«Nel frattempo – conclude Colombo - è iniziata la mappatura dei centri di raccolta autorizzati nei Comuni d’Italia per consentire il conferimento dei Raee da parte dei cittadini e dalla fine di gennaio sono iniziati i primi ritiri da parte dei Sistemi Collettivi». I Comuni con una piazzola ecologica adibita per la raccolta dei Raee hanno superato ormai le 500 unità e continua il processo di iscrizione al portale www.centrodicoordinamentoraee.it.

Anche se faticosamente, quindi, la macchina si è cominciata a muovere, ma ora serve la benzina per non far sì che si fermi di nuovo dopo la lunga attesa. Ora bisognerà dunque vedere se le vicende politiche rallenteranno ancora una volta l’iter normativo che caratterizza, purtroppo, tutta la legislazione sui Raee.

Abbiamo chiesto un commento sullo stato delle cose a Gabriele Canè, amministratore delegato del Sistema Refri, che ci ha così risposto: «Ciò che sostiene il Dott. Colombo è vero e condivisibile, ma è segnato da una vena di ottimismo questo francamente poco condivisibile. Il Dott. Colombo pare omettere di dire che i Comuni italiani sono più di 8.000, che la gran parte di questi hanno una popolazione inferiore a 15.000 abitanti e che le piazzole iscrivibili potrebbero ammontare ad una cifra compresa fra le 5.000 e le 10.000 o, al contrario, 2 – 3.000 o meno, nel caso in cui si colgano le necessarie sinergie con i Gestori del Sistema di raccolta dei rifiuti urbani».

«Anche se iniziata - ha aggiunto - , la strada da percorrere è ancora lunga e, chi lascerà sangue, sudore e, forse, la propria stessa esistenza, non saranno certo i Consorzi, ma le aziende di recupero e riciclaggio che, finora, hanno assicurato quel minimo di efficienza ed efficacia che il nostro Paese può vantare.

«Solo l’alleanza fra i Consorzi, i Riciclatori, i Gestori dei Servizi Pubblici di raccolta (che deve essere un alleanza fra “pari” ove ognuno esercita il proprio ruolo avendo la possibilità di “fare bilancio” e migliorare il proprio processo produttivo, e non una sorta di vassallaggio di chi esercita una posizione di monopolio nei confronti degli altri attori del sistema) nello scrivere (o meglio riscrivere) le regole di settore - ha concluso - , può portare ad una effettivo “circolo virtuoso” che consenta al nostro Paese di recuperare il tempo, inutilmente, perso».


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