[20/02/2008] Acqua

I piani urbanistici restano a secco di bilanci idrici

LIVORNO. Da una parte le vicende dell´impoverimento delle falde nell´area amiatina con i conseguenti rischi di contaminazione della risorsa, dall´altra quanto trapela dalla Giunta Regionale che va pensando a programmi straordinari per il recupero e la conservazione della risorsa.
Sembra così che ci si possa affidare ad un futuro di speranza. Eppure a costo di apparire come una Cassandra un qualche dubbio è lecito esprimerlo.

Il dubbio è frutto della perdurante assenza di bilanci idrici nei piani urbanistici, nella scarsa attenzione anche normativa al problema. Qualche esempio per indurre delle riflessioni e forse anche atteggiamenti conseguenti e coerenti.

A S.Vincenzo si parla di recuperare edifici e di costruirne di nuovi nell´ambito di una ristrutturazione territoriale ed urbanistica della tenuta di Rimigliano. Mi domando esiste un bilancio idrico del fabbisogno per usi umani e per usi agricoli? E´ stato chiarito da dove si prende l´acqua potabile dato per scontato che in Val di Cornia ne esiste poca e l´agricoltura ne consuma tanta magari insieme all´industria?

E se siamo di fronte ad un rischio di crisi, perchè si continuano a rilasciare autorizzazione alla realizzazione di pozzi per uso domestico? Cioè pozzi che indiscriminatamente perforano ogni luogo senza che si valuti minimamente se si pesca nella stessa falda dove si approvigionano gli acquedotti, se si sottrae risorsa magari per annaffiare il giardino della villa e si rende progressivamente l´acqua ricca di contaminanti che a parità di quantità trovano meno risorsa per essere diluiti?

Ancora quanti sono gli strumenti urbanistici che impongono il recupero delle acque piovane? il recupero delle acque grigie per le cassette dei water?

Qualcuno dirà ma non si costruisce così una soluzione, una cassetta di water, una cisterna sono soluzioni limitate minimali. E´ vero ma se può sembrare assurdo dover ricordare ancora che esiste comunque a monte un problema culturale, che comunque tanti piccoli mattoni possono alla fine portare a costruire una grande muraglia senza dimenticare che di case ce ne sono talmente tante che forse i piccoli numeri messi assieme divengono grandi.

Così mntre si pensa ai grandi numeri, alla soluzione unica a lettere maiuscole, si mettono in moto incarichi grossi e appalti altrettanto grandi. Insomma un pò di coerenza non sembra guastare e se il problema dell´acqua è fondamentale non sembra fuori luogo domandarsi se non sussita anche la necessità di riorientare le politiche degli investimenti pubblici; cioè deve venire prima una strada, un canale navigabile, il contributo per un edificio pubblico, oppure è meglio puntare su quanto è primario ed essenziale, direi anche molto ma molto democratico perchè assicurare l´acqua a tutti è quanto di più democratico, oltre che di civile possa esistere?

Credo valga la pena di riflettere e per le pubbliche amministrazioni di riorientare politiche ed iniziative, mentre la politica deve comicniare a scegliere; come dire che c´è un´altra materia con cui misurare le proposte della prossima scadenza elettorale.


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