[20/02/2008] Urbanistica

Le Regioni palazzinare e lo Stato-Tafazzi

PISA. ‘Giù le mani dal paesaggio’ è il titolo allarmato di un articolo di Giovanni Valentini su Repubblica in cui si denunciano i rischi di un rinvio della approvazione –complice la crisi di governo- del nuovo Codice dei Beni culturali e del Paesaggio presentato dal ministro Rutelli.

Valentini perché non ci siano dubbi su chi attenta e congiura contro il nuovo testo predisposto dalla Commissione presieduta dal prof Settis parla di riappropriazione da parte del potere centrale di alcune prerogative sul governo del territorio che per definizione non può essere localistico e neppure regionale. E perché non ci siano dubbi sul destinatario di queste accuse si riporta una definizione dello stesso prof Settis ossia le ‘regioni palazzinare’. Tra queste e non da ora figura la Toscana e il suo presidente Martini che rivendica invece una gestione dei beni culturali e del paesaggio cooperativa e non separata.

In questa polemica niente affatto nuova c’è qualcosa che stona perché se proprio volessimo cavarcela con definizioni e accuse pesanti dovremmo pur sempre ricordare che il primo e indimenticato ‘palazzinaro’ in questo paese è stato e molto a lungo proprio lo Stato. Si, quello stato che oggi ha così fretta di riappropriarsi interamente di una competenza la cui gestione pluriennale e sicuramente non disturbata dalle regioni che manco c’erano, difficilmente potrebbe essere portata ad esempio.

Con ciò non intendo nella maniera più assoluta assolvere nessun livello istituzionale da responsabilità talvolta pesanti e gravi. Nessuno infatti può oggi scagliare la prima pietra. Ma non può farlo neppure lo stato. Illudersi che oggi riportare interamente a Roma la responsabilità e titolarità dei beni culturali e del paesaggio significhi ingranare la marcia giusta prima ancora che un errore è una pia illusione.

E chi chiaramente e lealmente nelle regioni e negli enti locali dice di voler giocare un ruolo non subalterno unitamente allo stato non può essere liquidato come palazzinaro. Può farlo solo Tafazzi.

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