[15/02/2008] Parchi

Quanto “vale” un parco?

ROMA. Con la conferenza "Parchi, che impresa!" si conclude oggi a Roma il progetto Life SelfPAs (Self-financing Protected Areas), nato per individuare e sperimentare i meccanismi di autofinanziamento adatti alle esigenze delle aree protette ed al quale hanno partecipato i parchi della Maremma, Alcantara, Adamello-Brenta, Cinque Terre, Delta del Po Emilia Romagna e Vesuvio con Federparchi come partner tecnico. SelfPAs è stato co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito di Life Ambiente, e rappresenta l’iniziativa più importante attualmente in corso in Italia sul tema della capacità economiche e finanziarie delle aree Protette.

Federparchi spiega che l´obiettivo del progetto «è quello di fornire ai gestori dei parchi in Italia ed in Europa strumenti e linee guida per poter sviluppare meccanismi di autofinanziamento adatti alle specifiche esigenze di un´area naturale protetta. La scelta delle aree risponde alla necessità di sperimentare meccanismi di autofinanziamento in contesti diversi, per migliorare la rappresentatività e le riproducibilità dei risultati. Il progetto si è articolato su di una serie di esperienze parallele sviluppate in ciascuna delle Aree Protette che hanno realizzato le seguenti attività in modo indipendente: 1. Analisi preliminare, consistente in una revisione dei contesti e delle condizioni di ciascuna area protetta (tipo di utenti, servizi e prodotti esistenti e potenziali, contesto socio-economico, costi di gestione ed entrate ecc.) per valutare il potenziale di autofinanziamento individuale. 2. Sviluppo e selezione dei meccanismi di finanziamento, che ha richiesto l’identificazione di obiettivi e meccanismi di autofinanziamento su misura per ogni Area Protetta e descritti in dettaglio in un Business Plan. 3. Sperimentazione ed adozione dei meccanismi di finanziamento, che è consistita nell’applicazione dei Business Plan e nella sperimentazione dei meccanismi di autofinanziamento valutando i risultati ottenuti».

Il progetto Selfpas e i risultati conseguiti dai parchi italiani sono stati presentati recentemente agli esperti internazionali e alle aree protette di tutto il mondo riuniti a Roma per il secondo meeting del Working Group on Protected Areas della Convention on Biological Diversity. «Economia e natura – sottolinea Federparchi - Due valori che i parchi hanno imparato a coniugare brillantemente, trasformando le risorse ambientali (e culturali) in preziose opportunità di sviluppo sostenibile e ponendo con successo le logiche di mercato al servizio della conservazione della natura».

La conferenza di oggi affronta temi di grande interesse per la vita quotidiana delle aree protette e per il loro non sempre facile rapporto con le imprese presenti sul territorio, ma anche la gestione delle emergenze, il ricorso a servizi in outsourcing, la valutazione economica dei "servizi ecosistemici" di conservazione ambientale.

«Quest´ultimo punto, in particolare – dicono a Federparchi - rappresenta una sfida decisiva per le aree protette, che consiste, in sostanza, nel vedere riconosciuto, da parte delle altre amministrazioni locali, l´ammontare del risparmio economico che i parchi assicurano alla società per il solo fatto di difendere determinati ecosistemi. Un esempio? È stato stimato (Filippo Blasi, 2007) che il valore economico di un metro quadro di prateria di Posidonia oceanica ammonta a 2.244 euro;/anno, calcolato sulla base del contributo offerto dal posidonieto in termini di produzione di ossigeno, assorbimento di carbonio e soprattutto di protezione delle coste dai fenomeni di erosione. Un valore altissimo, che andrebbe probabilmente disperso senza l´impegno quotidiano dei parchi».



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