[14/02/2008] Consumo

La guerra della carne russo-polacca diventa europea e missilistica

LIVORNO. Nel novembre 2005, la Russia sospese le importazioni di carne provenienti dalla Polonia, accusando le imprese polacche di importare a casa loro prodotti originari di altri paesi (ad esempio la carne di bufalo) per poi venderli ai russi, il che, secondo il governo di Mosca, poteva rappresentare un pericolo sul piano veterinario. Un anno dopo, la Polonia chiedeva all’Unione Europea, della quale fa parte, una costosa e pericolosa ritorsione per ottenere la cessazione dell’embargo russo: il blocco dei negoziati sull’accordo di partenariato euro-russo basato in particolare sulla cooperazione energetica che avrebbe dovuto essere concluso alla fine del 2007.

Qualche giorno fa, il ministro russo dell’agricoltura, Alexei Gordeiev aveva detto che Russia e Polonia avevano regolato tutte le questioni fondamentali sul commercio dei prodotti animali e vegetali e ieri il ministro degli esteri, Sergei Lavrov, ha annunciato che l’Unione Europea e la Russia rilanceranno presto i negoziati per un nuovo accordo. Tutto a posto? No, almeno a sentire quanto detto oggi al Kremlino da Vladimir Putin (Nella foto), nel corso della sua ultima conferenza stampa annuale come presidente della Russia. «Il problema della importazione in Russia della carne proveniente dalla Polonia non è bilaterale – ha detto Putin – Ma riguarda tutta l’Europa. Non è un problema russo-polacco, è un problema russo-europeo».

Secondo Putin la guerra commerciale dipende dal fatto che gli agricoltori dell’Ue ricevono sovvenzioni eccessive e «i loro prodotti sono scaricati sul mercato russo. Questo ostacola lo sviluppo della nostra agricoltura. Realizziamo un programma nazionale di sviluppo rurale. Abbiamo elaborato le condizioni di accesso ai credito, un sistema che comporta abbastanza numerose facilitazioni. Un gran numero di produttori agricoli hanno beneficiate di questi crediti. I tempi di rimborso si avvicinano. Ma, per poter rimborsare, occorre vendere quel che viene prodotto con queste risorse. Ora, loro non possono più scaricare i loro prodotti all’interno del Paese. Possiamo anche lamentarsi all’infinito o possiamo anche sederci al tavolo dei negoziati per discutere dei problemi che ci dividono, comprendere le ragioni di ciascuna delle due parti, tenere conto degli interessi di ciascuno. In questo senso la Polonia potrebbe rappresentare i nostri interessi comuni nelle strutture europee».

Ma Putin, con la sua solita ruvidezza da grande potenza che tanto piace ai russi, non nasconde che la crisi della carne russo-polacca sia aggravata dallo sviluppo del sistema di difesa antimissile che gli americani stanno sviluppando in alcuni dei Paesi dell’ex Patto di Varsavia, anche sul territorio polacco. Il quasi ex presidente russo ha detto che il problema della messa in opera in Europa del sistema di difesa antimissile Usa «è molto strettamente legato a quel che ho detto a proposito dell’economia. Ho la sensazione che qualcuno ravvivi il disegno dei sentimenti antirussi con l’obiettivo di creare un contesto morale e politico propizio allo sviluppo di quei sistemi».


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