[14/02/2008] Urbanistica

Tav, il metodo Virano incassa la fiducia fino al 30 giugno

LIVORNO. Tra i nodi da sciogliere nell´agenda del governo in questa fase di transizione verso le elezioni, c’è anche la Tav Torino Lione. L´obiettivo dichiarato ieri alla fine della riunione del tavolo tecnico (che doveva tenersi il 30 gennaio, ma che era stata rinviata per la crisi di governo) è quello di dare mandato all’osservatorio guidato da Mario Virano di completare il proprio lavoro entro il 30 giugno e di rimandare al prossimo governo la decisone politica finale.

Ma proprio sul mandato dell’Osservatorio si sono confrontate le diverse posizioni. Da una parte la netta opposizione dei sindaci che interpretano il sentimento del popolo dei no-Tav e che avrebbero voluto che l’Osservatorio approfondisse «la corretta individuazione degli scenari ferroviari e trasportistici che interessano la valle» che poneva una profonda ipoteca sull’utilità o meno dell’opera stessa e rimandando semmai al raddoppio funzionale della linea esistente. Dall’altra la posizione altrettanto netta del ministro Di Pietro per cui il mandato doveva essere quello di «studiare da qui a fine giugno il nodo di Torino, compresi gli scenari di tracciato e trasportistici alternativi per attraversare la valle di Susa». Ovvero dato per scontato che l’infrastruttura è necessaria, verificare il tracciato e quindi se serve o meno fare il tunnel.

Alla fine la mediazione è stata raggiunta con un mandato definito come richiesto da Di Pietro relativo a «gli scenari ferroviari e trasportistici che interessano la valle» con l’impegno da parte di Palazzo Chigi ad «un coinvolgimento diretto dei cittadini».

Per il presidente del Consiglio, Romano Prodi, che ha presieduto la riunione, è importante consegnare al prossimo governo «un lavoro fatto», ma che rimanda la decisione politica, nei fatti, a chi lo sostituirà nel suo incarico di governo. Del resto come ha sottolineato lo stesso premier, per imprese di questa portata serve una stabilità dei governi e se non è stato possibile prendere una decisione univoca sino ad ora, non è certo in una fase di transizione come quella attuale che la decisone potrà essere presa.

Dello stesso parere anche la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, che lasciando palazzo Chigi ha infatti dichiarato che la decisone presa è : «un passo avanti significativo, il massimo che si poteva ottenere in clima elettorale».
Il più soddisfatto della decisione sembra essere il presidente dell’osservatorio tecnico, Mario Virano, per aver ricevuto un mandato «che corrisponde alle aspettative. Un mandato ampio, cercheremo di gestirlo al meglio - ha detto lasciando palazzo Chigi - Alla fine presenteremo una o due opzioni. È comunque un mandato conclusivo. Presenterò il risultato al governo e me ne andrò in vacanza».

Minor soddisfazione pare esprimere invece il movimento No Tav, che per cautelarsi comunque dalle decisioni che verranno prese (seppur in un secondo momento) ha dato via a un’iniziativa di acquisto collettivo dei terreni destinati all´esproprio qualora la linea del tunnel andasse avanti. Sta così procedendo l’acquisto di un metro quadro a testa nella zona di Colombera di Chiomonte «che sarebbe necessariamente da espropriare - sostiene il movimento - per realizzare la nuova uscita del tunnel, secondo il progetto governativo contenuto nel dossier presentato da Di Pietro a Bruxelles». Così «qualsiasi futura procedura di presa di possesso di quei terreni, anche solo per effettuare sondaggi, prevederebbe la convocazione sul posto di tutti i proprietari». Con una conseguente lungaggine burocratica. E ieri pomeriggio in concomitanza con la riunione del tavolo politico a Palazzo Chigi, i comitati Val Susa, val Sangone, Val Ceronda, Gronda e Torino hanno organizzato una manifestazione a Condove (Torino), bloccando la ferrovia e la statale.

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