[13/02/2008] Rifiuti

Fabbisogno e gestione degli impianti: per le linee guida Napoli si affida a una società toscana

LIVORNO. Il commissario Gianni De Gennaro, incaricato da Prodi per risolvere la crisi per l’emergenza rifiuti è ancora in affanno per individuare i siti dove poter conferire da una parte i rifiuti che ogni giorno si accumulano in strada e dall’altra le ecoballe che gli impianti Cdr (seppur inutilizzabili in tal senso, perché fuori specifiche) continuano a sfornare. Intanto anche il calendario che indicava in sessanta giorni il tempo a disposizione dei comuni per il piano sulle raccolte differenziate si assottiglia, e a un mese dalla ulteriore scadenza (il termine ultimo è il 12 marzo, pena la nomina di un commissario) sia il comune che la provincia di Napoli, si stanno muovendo.

La giunta Iervolino ha presentato una prima bozza al consiglio comunale che prevede la realizzazione di tre impianti di compostaggio e dieci isole ecologiche.
E la provincia sta per presentare il piano messo a punto da una società toscana, l’Ambiente, incaricata di redigere le linee guida sulla parte che riguarda la gestione degli urbani e l’individuazione del fabbisogno impiantistico per i rifiuti di origine industriale.
Abbiamo chiesto alla responsabile della pianificazione ambientale della società, Sara Tonini, di spiegarci quale sono le azioni previste.
«L’incarico che era originariamente per la redazione delle linee guida per la predisposizione del piano provinciale dei rifiuti, tranne la parte impiantistica oggetto del piano d’emergenza, si è andato poi a intersecare con l’ordinanza di Prodi che prevede 60 giorni di tempo perché i comuni facciano il piano per le raccolte differenziate e 30 per attuarlo, altrimenti rischiano il commissariamento. La Provincia di Napoli ha voluto quindi supportare i comuni in questa pianificazione e su questo sono state predisposte le linee guida».

E cosa prevedono?
«Tengono conto degli obiettivi del piano regionale che indicano obiettivi del 25% di Rd entro il 2009, del 35% entro il 2011 e del 50% e più dal 2012. E impostano le azioni come piano post-emergenza, tenendo conto che la situazione sulla previsione impiantistica è già data. Si punta molto sulla raccolta differenziata, su cui si individuano a grandi linee modelli di raccolta porta a porta e di raccolta mista, con un sistema specifico per le aree di hinterland, su cui si cerca di intervenire con un particolare sforzo su alcune tipologie di rifiuti, prendendo atto delle particolari situazioni di difficoltà».

Ci spieghi meglio
«Bisogna considerare che questa è un’area in cui esiste una elevatissima densità demografica e abitativa e che non è cosa semplice attuare modelli di raccolta differenziata standard. Si punterà molto su sistemi che la regione chiama ecopunti , cioè punti di raccolta ad uso di più utenze e, laddove sono disponibili aree libere, si prevedono anche isole ecologiche (gli ecocentri del manuale Apat) in cui poter conferire anche gli urbani pericolosi. Si dovrà spingere molto anche sulla raccolta della frazione organica».

Ma non ci sono al momento impianti dove poi trasformarla.
«Ci è stato infatti richiesto anche di indicare il fabbisogno di impianti per il compost di qualità e di ricostruire lo scenario esistente degli impianti di trattamento per la destinazione delle frazioni provenienti da Rd».

Sono previste anche azioni di sensibilizzazione?
«Sì senza un eccessivo aggravio per i comuni. Per cui daremo indicazioni su colori omogenei dei cassonetti e stiamo predisponendo una campagna di comunicazione che i comuni potranno utilizzare per sensibilizzare i cittadini».

Si prevede di riprendere anche le azioni di sensibilizzazione su cui stava lavorando il Conai?
«So che esiste e che stanno portando avanti un protocollo d’intesa per azioni comuni di quel tipo, tra provincia, Conai, Asia e Ministero dell’ambiente. E si prevedono anche azioni di riduzione alla fonte e di ottimizzazione delle raccolte».

Sugli speciali avete già predisposto le linee guida?
«Ci stiamo occupando degli speciali che originano dalle attività industriali, non per quelli che provengono dal trattamento degli urbani. E su questi stiamo verificando il fabbisogno impiantistico per quelli prodotti in provincia, ma ancora non abbiamo un dato preciso».

Dovrete predisporre anche il piano delle bonifiche?
«No per le bonifiche ancora deve essere fatto il piano stralcio da parte della regione».

E i tempi?
«Saranno necessariamente brevi»

Avete già avuto qualche risposta dai comuni?
«So che la provincia sta già facendo incontri in tal senso e che sono diversi i comuni che chiamano per avere un supporto».

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