[07/02/2008] Parchi

Il Cst vuole cacciare dappertutto...

MASSA. Caccia sviluppo territorio (Cst): una quasi sconosciuta associazione di cacciatori ha avviato da Massa, con l’intento di estenderla a tutto il territorio nazionale, una petizione per poter sparare indistintamente alla fauna migratoria in tutti gli Ambiti territoriali di caccia (Ato). Il Cst pare una delle punte estremistiche della caccia senza regole tanto che, a differenza delle grandi associazione venatorie, critica pesantemente la legge sulla caccia vigente e il segretario provinciale Alberto Pieroni oggi sul Tirreno si dice «preoccupato per le abrogazioni e le limitazioni di alcune importanti e vitali attività umane, imposte nel nostro Paese a causa della legge 157/92, che regola l’attività venatoria costringendo i cacciatori a praticare il loro sport preferito in “riserve indiane a pagamento”».

Per questo la petizione chiede di modificare la legge per consentire di cacciare liberamente i migratori in tutti gli Atc e in tutti i Comprensori alpini d’Italia. Si tratta evidentemente di una delle solite iniziative di un gruppuscolo che cerca di farsi largo sparandole grosse e forse non capendo che la situazione della caccia italiana non dipende più, o non dipende solo, dalle politiche nazionali, ma che queste si devono attenere alle direttive europee.

Forse il Cst non sa che il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia ha appena accolto il ricorso presentato dalla Lega per l´abolizione della caccia (Lac) contro il ben meno incendiario piano faunistico venatorio della provincia di Pavia, nella parte in cui consentiva l´attività venatoria nella Zona di protezione speciale delle risaie della Lomellina, una zona vastissima La zona in questione e´ tra l´altro vastissima e di importanza strategica per una grande varietà di specie migratrici legate agli ambienti umidi, proprio quelle che il Cst vorrebbe cacciare sempre e dappertutto .

«Parrebbe ovvio – dice il segretario della Lac, Guido de Filippo - che le zone espressamente votate alla conservazione dei migratori secondo il dettato della Direttiva Uccelli dell´Unione Europea siano interdette a un´attività che consiste proprio nella distruzione degli stormi in transito o in sosta, ma così non è per gli amministratori di Pavia e di altre province italiane». La sentenza del Tar lombardo avrà sicuramente ricadute a livello nazionale visto che si esprime sul fatto che troppo spesso gli intenti delle direttive Ue in difesa della Natura vengono ignorati e localmente ricorrendo alle deroghe. Quindi la petizione del Cst rischia di essere buona solo come carta da riciclo, visto che la 394/91 tiene conto degli obblighi europei per la tutela della vita selvatica.

E forse i cacciatori massesi non sanno che, proprio in materia di caccia ovunque e comunque all’avifauna migratoria, la Commissione europea ha deciso di portare Malta di fronte alla Corte di Giustizia per le gravi violazioni alla Direttiva Uccelli. Il Paese, entrato nell’Ue nel 2004, autorizza la caccia in Primavera, anche per quaglia e tortora, in aperto contrasto con la Direttiva comunitaria che invece vieta la caccia durante la migrazione primaverile quando gli uccelli tornano dall’Africa diretti verso i luoghi di nidificazione.

La procedura di infrazione è stata avviata nel 2006 e alla fine anche Malta sarà costretta a mettersi in regola con quelle norme europee, alcune delle quali il Cst non vorrebbe che fossero più applicate in Italia. Le sanzioni sono pesanti e costose e sia il primo ministro di Malta Laurence Gonzi che il leader dell’opposizione Alfred Sant hanno detto alla vigilia delle elezioni politiche che il prossimo governo non autorizzerà di nuovo la caccia in deroga alle direttive Ue. Meglio di molti nostri politici che promettono ai cacciatori di tutto prima delle elezioni, magari firmano anche le petizioni pro caccia libera, ma subito dopo dicono che non è possibile cambiare legge e cacciare dappertutto ed a tutto perché l’Europa non vuole.



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