[04/02/2008] Recensioni

La recensione. La Toscana dei parchi di Erasmo D´Angelis

A Firenze nella sede del Consiglio regionale a distanza di due giorni sono stati presentati due libri sui parchi toscani. Il primo volume ‘Uomini e lupi’ di Giulio Ielardi (Collana Ets) e ‘La Toscana dei Parchi - storia, ambiente e tutela del bel paesaggio’- (Giunti editore), di Erasmo D’Angelis presidente della Commissione ambiente del consiglio regionale toscano. A discuterne sono stati chiamati parlamentari (Ermete Realacci), assessori regionali (Marco Betti), presidenti di parchi nazionali (Mario Tozzi e Fausto Giovanelli), di parchi regionali (Giampiero Sammuri), esponenti della Federparchi (Luigi Bertone), tecnici della regione (Edoardo Fornaciari).

Difficile dire se la crisi politica consentirà di rispettare gli impegni assunti di tenere ai primi del nuovo anno la terza conferenza nazionale dei parchi, certo è che lo stato e le regioni ed anche gli enti locali sono chiamati oggi a prove e risposte impegnative. Anche in Toscana che deve rivedere dopo oltre un decennio la sua legge.

Il libro di D’Angelis è dedicato appunto alle aree protette della nostra regione che anche in questa circostanza devono mostrarsi all’altezza del compito. Il libro attraverso anche un ricco corredo fotografico colloca la nascita e la crescita delle nostre aree protette sullo sfondo di una storia straordinaria e di un ambiente altrettanto straordinario che connota in Italia e nel mondo la Toscana. Dei parchi e delle aree protette al pari degli altri ambienti, l’autore attraverso anche il contributo e le testimonianze di alcune personalità come Grazia Francescano, Fulco Pratesi, Riccardo Francovich, Ermete Realacci, Roberto della Seta, Leonardo Rombai, Giovanni Menduni, Fabio Roggiolani, Mario Tozzi e lo stesso presidente Claudio Martini, permette di valutarne la dimensione, le caratteristiche, l’ambiente in cui esse operano.

Nel libro –questo va detto- rimangono però troppo sfumati e talvolta assenti taluni aspetti politico istituzionali più problematici sui quali oggi le istituzioni a cominciare dalla regione debbono prendere delle decisioni che in qualche caso possono risultare anche scomode. Penso al ‘Parco naturale, artistico, culturale’ della Val d’Orcia che nel 1999 diviene Anpil di 60mila ettari di cui il dibattito su Montichiello ha mostrato -nonostante i troppi inspiegabili silenzi- i limiti e l’urgente necessità di sgombrare il campo da questo mostriciattolo istituzionale.
Anche dell’Amiata che nel Praa vi figurava come possibile parco nazionale non si dice molto. Si riparla invece di un possibile parco regionale del Chianti che interessa tre province Firenze, Siena e Arezzo vista l’assurdità -come scrive Rombai- di avere ancora 8 piani strutturali e 8 regolamenti. Anche questi pochi esempi sono sufficienti per dire che i prossimi appuntamenti e in particolare quella della nuova legge regionale richiedono approfondimenti critici e decisioni che in questi mesi sono mancati o sono stati assolutamente insufficienti. Di questo si è parlato anche a Firenze dove sono emerse anche posizioni diverse sulle quali dovremo sicuramente tornare.

Una importante occasione è data dal libro sui parchi toscani a cui sta lavorando Giulio Ielardi che come già nel volume ‘Un viaggio nell’Italia dei parchi’ ( Edizioni Ets) metterà a fuoco attraverso testimonianze dirette anche questi aspetti più scabrosi. Tra questi vi è senz’altro quello sollevato da Tozzi sulle caratteristiche della gestione oggi di un parco che lui vede interamente riconducibile a inoppugnabili scelte di carattere scientifico e come tali quindi non dipendenti da quelle politiche. Visione piuttosto unilaterale e sicuramente in contrasto con il dettato della legge che non certo casualmente affida la gestione del parco ad un ente formato a maggioranza da rappresentati delle istituzioni. Insomma il parco è un momento particolarmente qualificato-appunto speciale- del governo del territorio.

E il governo del territorio e la sua pianificazione nei parchi in particolare deve avvalersi indiscutibilmente degli apporti della ricerca scientifica per ricondurli però a quella dimensione più generale che riguardano appunto non solo la tutela ma anche un nuovo tipo di politiche economiche e sociali. Se così non fosse la gestione dei parchi sarebbe stata affidata evidentemente ad altro soggetto diversamente composto. In buona sostanza la politica non è estranea, non deve restare fuori dalla gestione dei parchi come sembra pensare Tozzi. Al contrario la politica è decisiva se ovviamente sa farsi carico della complessità dei problemi che richiedono consenso e non semplici attestati scientifici quasi si trattasse di scelte inappellabili e inconfutabili.

Questa politica ha bisogno del concorso di tutti i livelli istituzionali su un piano di pari dignità e leale collaborazione. A ragione Luigi Bertone direttore di Federparchi ha ricordato come il primo parco regionale italiano, quello del Ticino Lombardo, se aspettava quegli attestati e certificazione scientifiche non sarebbe ancora nato. D’altronde la legge del 91 prevede la Carta della Natura che ancora non c’è.

Di tutto questo si occuperà il nuovo libro di Giulio Ielardi ed anche quello a cui sta lavorando Rossano Pazzagli sul paesaggio toscano che saranno presentati insieme al prossimo Festival dell’Editoria ambientale che si terrà l’11-12-13 aprile alla Stazione Leopolda di Pisa. Ai due libri in preparazione si affiancheranno quello di D’Angelis e quello di Antonio Canu sulla Maremma (Edizioni Muzio). Potremo così toccare con mano che oggi i parchi da oggetto sono diventati ormai un soggetto capace di presentarsi con le sue realizzazioni ma anche con i suoi problemi senza omissis.

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