[01/02/2008] Energia

Otto Paesi si ribellano alla proposta di liberalizzazione del mercato europeo dell’energia

BRUXELLES. I ministri dell’energia di 8 Pesi dell’Unione europea (Austria, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo e Slovacchia) hanno inviato una lettera ad Andris Piebalgs (Nella foto), il commissario europeo all’energia, nella quale esprimono i loro dubbi sulla «legalità, la proporzionalità e l’efficacia» del piano di liberalizzazione del mercato energetico proposto dalla Commissione europea. Secondo gli 8 ministri le proposte di Bruxelles «sono incompatibili con la costituzione e i principi di libera circolazione dei capitali».

La missiva, significativamente firmata da Francia e Germania, i due Paesi più “pesanti” dell’Ue, vuole in qualche modo stoppare l’iter avviato nel settembre 2007 dalla Commissione europea con una serie di documenti sulla liberalizzazione energetica dell’Ue a 27, che vietano alle compagnie estrattive di gas europee o operanti in Europa di, così come ai produttori di energia elettrica, il controllo integrale delle reti di distribuzione dell’energia.

Una divisione che secondo la Commissione Ue sarebbe resa necessaria per un migliore funzionamento delle reti di trasporto del gas e dell’elettricità e dell’approvvigionamento e produzione, per garantire anche alle piccole imprese un accesso equo al mercato. Una cosa che non sembra piacere a giganti energetici come la francese Edf o la tedesca E.On ed ai governi che li sostengono ed a quelli “amici”.

Insomma, sempre più la liberalizzazione energetica sembra fermarsi sulle porte delle cancellerie e, come direbbe la scrittrice Arundhaty Roy (conosciuta in tutto il mondo grazie al romanzo “Il dio delle piccole cose”), è un obbligo che sembra riguardare solo i Paesi poveri. Gli 8 ministri propongono alla Commissione europea un progetto alternativo di liberalizzazione del mercato energetico che prevede il mantenimento della produzione e del trasporto delle risorse nelle mani delle grandi compagnie energetiche, concedendo che I due settori devono essere amministrati in maniera indipendente.

La lettera è un bella patata bollente messa in mano ai ministri dell’energia dei 17 Paesi membri dell’Ue che il 28 febbraio si riuniranno a Bruxelles per esaminare le proposte della Commissione europea e da oggi anche di quello che potremmo chiamare il G8 europei degli oppositori che sembra avere un grande potere di attrazione e convinzione. Una discussione che si presenta dura e difficile, visto che Bruxelles punta sull’entrata in vigore della liberalizzazione del mercato energetico europeo nella primavera del 2009.



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