[01/02/2008] Comunicati

Il partito per la decrescita: e noi la pensiamo così!

ROMA. Ho un amico che ogni volta che gli parlo dei disastri sociali, ambientali, climatici cui andiamo incontro mi dice : “che vuoi che ci faccia. Posso solo operare nel mio piccolo”. E infatti, avendo un gran cuore, è impegnato in una associazione no-profit di clown dottori. Negli anni passati ha votato Rifondazione, ma per il futuro ha deciso di non votare.

Ogni volta che penso a lui provo una rabbia infinita perché mi vengono in mente i milioni di persone nelle associazioni e nel volontariato che supinamente e forse anche egoisticamente si rinchiudono nel loro eremo lasciando che i “volgari” dediti allo shopping governino il mondo.

Non votano perché sono nauseati dalla politica o se votano lo danno ad uno dei soliti partiti. Uno qualunque, perché tutti promuovono la crescita, la crescita, la crescita economica come se il mondo fosse ancora quello dell’ ‘800 quando l’uomo doveva difendersi dalla natura e piegarla al suo volere costruendo opere ed infrastrutture.

I tempi sono cambiati. L’abbiamo piegata e ripiegata al punto tale che ora non la troviamo più. I milioni di persone che stanno nel volontariato e nelle associazioni hanno uno stile di vita diverso da chi si lamenta perché le vendite natalizie sono calate dello 0,5 %.

Perché non sentono l’esigenza di esprimere in maniera articolata la loro Visione? Quale forma di paranoia li tiene lontano non solo dalla politica ma anche dalla Politica con la P maiuscola?
E’ una forma di impotenza, un po’ di rimozione, mancanza di riferimenti cui potersi affidare?

Ma il tempo di cui disponiamo è poco; bisogna correre il rischio di essere, ancora una volta, mal rappresentati e trovare comunque un referente politico che esprima, dandogli valore, l’opinione di coloro che: Sentono profondamente la mancanza di una vita più umana e sono disposti a possedere meno cose per avere più comfort sociale ed ambientale. Temono disastri ecologici e si preoccupano per i loro figli perché non credono alla favola: consumiamo, ricicliamo, termovalorizziamo. Auspicano insomma un giusto equilibrio tra benessere materiale e qualità della vita e non vogliono sentirsi costretti a consumare pena il crollo del sistema economico.

Quando qualcuno propone di attivarsi per queste cose viene immediatamente relegato nell’ambito dei sognatori.
Ma vi chiedo: realmente pensate che elaborare uno sviluppo economico un po’ più equilibrato con meno esasperazioni sia tanto difficile e improbabile da non meritare neanche la vostra attenzione?
Perché se è così vuol dire che, senza che ve ne siate accorti, nella vostra mente, coloro che tutti i lunedì mattina si riuniscono per gestire marketing hanno insinuato una droga che con il tempo, negli anni, vi ha reso supini, assoggettati di fatto al pensiero unico.


*Partito per la decrescita

Torna all'archivio