[28/01/2008] Energia

Pd: sull´energia serve svolta culturale

FIRENZE. Si è conclusa ieri con la manifestazione al Saschall alla presenza di Walter Veltroni (Nella foto), Joschka Fischer, Ségolène Royal, Leonardo Domenici la due giorni del Partito democratico che ha messo a tema le politiche ambientali. «Ambientalismo del fare. L’ambiente al centro della politica e del futuro» è stato il titolo-slogan dell’iniziativa che ha visto il momento più interessante nel convegno d’apertura dei forum tematici sull’ambiente.

Il convegno si è tenuto nella Sala Est-Ovest della Provincia, stracolma, in cui molte persone hanno dovuto seguire i lavori in piedi. «Il riformismo novecentesco si deve proporre oggi con nuovi temi ed in altri termini - afferma Roberto Della Seta, responsabile ambiente esecutivo nazionale Pd - e il tema ambiente deve stare al centro delle politiche. Ambientalismo del fare significa innovare, cambiare le scelte su energia, trasporti, territorio ma difendere l’ambiente non vuol dire opporsi a qualsiasi opera ma selezionare le opere compatibili nella sostenibilità dello sviluppo. L’importanza e attualità delle tematiche ambientali - conclude Della Seta - si conferma in qualunque scenario ci si prospetti davanti».

Molti i dirigenti del Pd e gli ospiti che sono stati chiamati a esprimersi sulle tematiche ambientali divise in sessioni: clima ed energia; la città ed il territorio; sicurezza e legalità; il paesaggio, le aree protette, la biodiversità; l’economia della qualità. I cambiamenti climatici e le politiche energetiche hanno caratterizzato il panel di apertura a cui è stato lasciato vasto spazio. «I cambiamenti climatici in atto - introduce il senatore del Pd Francesco Ferrante - mettono in evidenza la necessità di interventi radicali non più rimandabili che nello stesso tempo possono essere un’opportunità di sviluppo economico». La conferma della parte analitica dell’introduzione di Ferrante è venuta da Sergio Castellari, responsabile Focal-point Italia Ipcc che ha sottolineato la velocità dei cambiamenti climatici in termini di aumento di gas serra e temperatura «gli aumenti che abbiamo avuto in questi ultimi 150 anni, prima si erano registrati in 1000 anni».

I Paesi sviluppati, economicamente più forti, dove il know how è maggiore sapranno reagire meglio anche attraverso politiche di adattamento. Castellari in questo contesto, evidenziando le fragilità dell’Italia (riscaldamento della Regione alpina e minore umidità al suolo al Sud) sottolinea «ci sono pochi finanziamenti per la ricerca, manca un piano nazionale degli impatti e delle strategie di adattamento. In Europa tutti si stanno muovendo escluso Italia e Grecia». La conferma viene anche da Guido Sacconi, presidente commissione mutamenti climatici Parlamento europeo che ha evidenziato i buoni risultati sul tema in Europa (dove è stato varato pochi giorni fa il pacchetto Clima ed energia), i risultati positivi della conferenza di Bali e i passi avanti degli Usa.

«In Italia c’è necessità di una svolta culturale e ciò è confermato dalla reazione di importanti esponenti di Confindustria al pacchetto energia (provvedimenti per l’Italia) adottato l’altro giorno che hanno dichiarato che le imprese sarebbero state messe in ginocchio e costrette a delocalizzare». Del resto Massimo Orlandi, amministratore delegato Sorgenia conferma che nel Piano nazionale delle allocazioni le tecnologie energetiche alto emittenti sono state trattate meglio di quelle a basse emissioni «Per fare bisogna essere capaci di scegliere e scegliere bene. E’ necessario investire risorse in settori che danno risultati maggiori» e poi anche Orlandi invia un input al mondo della ricerca «bisogna però conoscere davvero i costi delle esternalità, ad esempio i costi dell’inquinamento di questo sistema energetico ora dominante».

Altro aspetto che è stato sottolineato rispetto al tema globale dell’energia e dei cambiamenti climatici è quello dell’applicazione a scala locale di investimenti e provvedimenti «sicuramente passeremo da un modello di produzione e utilizzo di energia concentrato ad un diffuso in cui tutti devono fare la loro parte - sottolinea il fisico Massimo Scalia - allora la Regione è l’ente giusto per informare e far partecipare in modo da rendere protagonisti tutti i soggetti». Sulla stessa linea Vittorio Prodi, europarlamentare, che addirittura individua la provincia come la dimensione appropriata per innescare processi e azioni ma «è necessario avere autorevolezza tecnica e burocratica quando si parla con i cittadini».

Lapo Pistelli, responsabile esteri esecutivo nazionale Pd e parlamentare europeo ricordando come la grande industria stia fiutando il “clima” del cambiamento ed investendo nel settore delle rinnovabili, sottolinea come l’eurobarometro affermi che i cittadini siano favorevoli ad azioni di contrasto ai mutamenti climatici ma «non sono disponibili a dare deleghe in bianco ma deleghe verificabili, proposte concrete a termine e questa deve essere la strategia del partito anche su questi temi». Dai gas serra, ad un sistema inquinante di mobilità incentrato sul trasporto privato su gomma, dove l’80% degli spostamenti si attua nelle grandi città, il passo è breve.

«E’ necessario attuare la modernizzazione ecologica della mobilità - afferma Fabrizio Vigni, portavoce di Sinistra ecologista - compiendo anche scelte impopolari». Scarsa attenzione alla mobilità locale, pochi investimenti sul trasporto pubblico locale dove la “cura del ferro” non è ancora a regime, trasporto privato eccessivo. Questa l’analisi sulla situazione attuale. «E’ necessario competere con altre città europee in tema di mobilità con scelte ambientalmente sostenibili- dichiara Maria Berrini responsabile ambiente esecutivo regionale Pd Lombardia- è necessario portare sotto il 50% gli spostamenti città-lavoro con mezzo privato come successo in molte città in Europa attraverso un’azione integrata: investimenti su trasporto pubblico locale, road pracing, uso della bicicletta, politiche di incentivi/disincentivi, ecopass».

Anna Donati, presidente commissione trasporti del Senato della Repubblica ha ricordato come in Finanziaria ci fossero molti aspetti positivi per il settore ma come anche il governo di centro sinistra abbia “segnato” alcune incongruenze come gli incentivi per la rottamazione, il mancato superamento della Legge obiettivo per le grandi infrastrutture voluta dal governo Berlusconi, gli investimenti insufficienti per il sistema tramviario metropolitano. A proposito di tramvia molti gli interventi sul referendum del 17 febbraio che si terrà a Firenze voluto dalla destra ma sostenuto anche da comitati di cittadini «il referendum di Firenze - afferma Donati - è una sfida per tutti gli ambientalisti, che si deve vincere». La senatrice si è poi soffermata sulle risorse «in un quadro di regole certe si possono trovare risorse anche attraverso liberalizzazioni ma l’ambientalismo del fare deve dire anche cosa non dobbiamo fare come ad esempio alcune autostrade» e il riferimento alla “tirrenica” è stato palese.


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