[25/01/2008] Trasporti

Cogito ergo bus

FIRENZE. Nel silenzio ovattato dell’Ospedale degli innocenti, vicinissimi ma lontani dal fragore del traffico cittadino e della dirimpettaia manifestazione di protesta di alcune maestranze dell’Ataf (l’azienda fiorentina di trasporto pubblico) contro le attuali scelte contrattuali e le condizioni lavorative, si è aperta la due giorni di “Cogito ergo bus”, organizzata da Ataf e Asstra (associazione nazionale delle aziende di trasporto pubblico). L’iniziativa è da annoverarsi tra le molteplici (forse ancora troppo poche, e soprattutto tardive) forme di informazione della cittadinanza sui temi legati alla realizzazione della tramvia e alla mobilità futura nel capoluogo, che l’amministrazione fiorentina ha scelto di attuare (o, come in questo caso, di appoggiare) e che sono state spesso criticate con veemenza da una parte dell’opposizione, che le continua a ritenere forme di propaganda pro-tramvia, in attesa del referendum consultivo del 17 febbraio.

Propaganda o no (e senza considerare che seguendo questo ragionamento la città di Firenze dovrebbe approssimarsi al referendum senza informazioni aggiornate sulla materia del contendere, quasi che fornire dati esplicativi su un’infrastruttura così importante dovesse essere considerato alla stregua di vile propaganda fuori tempo massimo) sono state pubblicate informazioni di estremo interesse: secondo dati presentati dalla presidente di Ataf Maria Capezzuoli (su medie calcolate sull’impatto dei sistemi tramviari in città europee paragonabili per dimensioni e popolazione all’area fiorentina), la messa in opera del sistema tramviario (l’attivazione della linea 1 Scandicci – stazione Smn è prevista per il 2009) dovrebbe attrarre immediatamente nuovi utenti in una quantità del 10%. Successivamente sono previsti incrementi del 15% (2011) e del 20% (2016). Valori che “sono da considerarsi migliorabili se viene aumentata l’efficienza del trasporto integrato”.

A questi valori di aumento della fruizione del trasporto pubblico corrisponderà una iniziale diminuizione del traffico urbano privato di circa il 4%. Valore medio che tiene conto di tutta l’area fiorentina, ma va considerato che nelle aree direttamente interessate dalla tramvia (“come l’ormai celeberrimo viale Morgagni”) la riduzione del traffico privato potrà raggiungere il 50%. Dal punto di vista dell’impatto ecologico (e senza ripetere le considerazioni sull’assenza di emissioni – di quelle “dirette”, ovviamente - del mezzo su rotaia, unitamente alla diminuizione dell’impatto acustico e alla maggiore capacità di carico rispetto ad un autobus) sono state pubblicate le più recenti stime sul taglio e la ripiantumazione degli alberi lungo il percorso delle tre linee: la linea 1 sta comportando il taglio di 214 alberi, con successivo reimpianto di circa 500. Per la linea 2 sono previsti in totale 192 abbattimenti, e 195 reimpianti. 291, infine (il numero potrà essere minore), sono gli alberi che verranno tagliati per la linea 3, a fronte di 415 reimpianti previsti.

Secondo Marcello Panettoni (pres. Asstra) ogni anno in Italia “vengono bruciati 5 miliardi di euro per congestione da traffico privato (inquinamento, ritardi, dis-economie). La densità di metropolitane e tramvie nelle città europee è in media tre volte superiore a quella italiana”. Se si solleva una questione tecnica e “si domanda se la tramvia sia compatibile con la tutela del patrimonio architettonico nei centri storici, la risposta non può che essere affermativa. Se invece ci si sposta sul piano ideologico e politico, e ci si chiede dell’opportunità di praticare questo tipo di scelta, ognuno può avere la sua opinione. Ma sul piano tecnico la cosa è possibile, e le esperienze europee” (258 città in Europa sono dotate di tramvia) “lo dimostrano. Se non si fanno battaglie ideologiche o politiche si possono conciliare innovazione nei sistemi di mobilità e tutela del patrimonio architettonico”. Fondamentale (ed è questo l’obiettivo del convegno in corso) è sviluppare un efficiente e capillare sistema di informazione della popolazione: «i cittadini devono essere dettagliatamente informati – nel loro interesse – su ciò che sta per succedere nella città in cui vivono. Sulla tramvia, e in generale sulle politiche di pubblica mobilità, c’è un deficit di comunicazione e di informazione».


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