[23/01/2008] Acqua

Acqua, Cispel: «La Regione programmi anche interventi strutturali»

FIRENZE. Servono nuovi piccoli e medi invasi, dissalatori, condotte che portano acqua da un ambito all’altro e investimenti strategici per ridurre le perdite e per le nuove infrastrutture. I gestori stanno facendo la loro parte ma è necessario che la Regione Toscana metta in atto un piano straordinario per risolvere il problema delle ricorrenti emergenze idriche nella nostra regione. Il fatto che si parli di emergenza idrica anche d’inverno testimonia che il cambiamento climatico sta producendo gravi danni anche in Toscana: solo nel periodo autunnale del 2007 sono mancati oltre 5 miliardi di metri cubi d’acqua rispetto alla media, con una riduzione della piovosità di oltre il 48% e delle portate dei fiumi, che nel caso dell’Ombrone è arrivata all’80% in meno. I gestori del servizio idrico integrato, con grande senso di responsabilità, hanno assicurato, nei casi più drammatici, l’acqua nelle case dei toscani con le autobotti, spendendo per questo servizio extra, nel solo 2007, oltre due milioni di euro. Il problema delle risorse è molto importante perché i piani di ambito non sono sufficienti per le nuove infrastrutture da realizzare, né per risolvere il problema delle emergenze di approvvigionamento, né quello delle perdite delle reti, quindi le strade sono due: la fiscalità generale in un programma di medio termine o l’aumento delle tariffe. Le piogge del mese di gennaio aiutano ma non sono affatto sufficienti. Serve una strategia regionale per affrontare questa drammatica situazione e per garantire la costruzione di nuovi invasi che mettano in sicurezza le città, l’acquisto e la messa in funzione di dissalatori che riforniscano le zone costiere, dove l’afflusso turistico estivo fa innalzare il picco di consumi nelle località balneari. Una regia regionale in materia di risorsa idrica è poi necessaria, oggi più di prima, anche per coordinare i vari territori e per costruire sistemi acquedottistici di collegamento tra ambiti.

Stiamo predisponendo un Libro Bianco sull’acqua che sarà pronto a fine febbraio, dove affronteremo il problema anche delle perdite della rete, che non sono solo un problema fisico ma anche amministrativo. Una quota di acqua non trascurabile non viene fatturata perché usata da consumatori collettivi, come ad esempio pubbliche amministrazioni, fiere e mercati pubblici, oppure usata dagli stessi impianti dei gestori. Le perdite effettive stimate sono passate però dal 41% del 1999 al 27% del 2003. La perdita di rete è senz’altro un problema reale ma in una certa misura anche fisiologico: le condotte idriche hanno una vita media di 30 anni e gli investimenti d’ambito attualmente disponibili non sono sufficienti a contrastare questo degrado. Per ridurre le perdite sarebbe necessario un incremento degli investimenti dedicati alla sostituzione dei tubi stimato in 347,3 milioni di € per anno. Di queste risorse non si può fare a meno e quindi deve essere deciso come finanziarle, in mancanza di risorse pubbliche aggiuntive e non volendo aumentare le tariffe, il problema è ben lungi dall’essere risolto.



*rispettivamente presidente Cispel Confservizi Toscana il primo e coordinatore della Commissione Acqua sempre di Cisple il secondo

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