[22/01/2008] Rifiuti

Decreto sui dragaggi: il comitato attacca, Anselmi risponde

LIVORNO. Il comitato No fanghi interviene oggi sull’articolo di Marco Travaglio pubblicato venerdì scorso sull’Espresso e di cui greenreport ha già dato notizia. «Giusto e pertinente – scrive il comitato - un Decreto del Ministero dell´Ambiente, in fase di approvazione innalza, di centinaia o anche migliaia di volte e in un caso fino a 100 mila volte, i limiti dei veleni contenuti nei fanghi che possono essere messi nelle vasche di colmata dei porti. È vero – continua - questo decreto non rispetta: le linee guida emesse dagli istituti tecnici dello stesso ministero, una recente risoluzione della commissione Ambiente della Camera e va in controtendenza rispetto alle norme europee, rischiando l´ennesima procedura d´infrazione con relativa multa da pagare. Nel resto dell´Europa i fanghi del dragaggio e i rifiuti pericolosi si trattano con appositi impianti e si riutilizzano, non solo per le vasche dei porti ma anche per fare strade ed altre opere pubbliche».

«Nell´articolo – prosegue - viene citato il pensiero di qualche tecnico del Ministero che si domanda che senso abbia dragare, trasportare e riversare quei fanghi dai fondali alle vasche senza prima trattarli per renderli innocui, aumentando il rischio di dispersione di sostanze cancerogene nell´ecosistema marino: cioè ai pesci e quindi alle nostre tavole. Per quale motivo questa follia? Sembrerebbe che tutto questo sia funzionale ad un affare colossale per le aziende che devono smaltire rifiuti tossici e ad un ente che sta per nascere per la bonifica dei siti inquinati, che stando alle indiscrezioni, sarebbe controllato da capitali privati e gestirebbe i siti da bonificare e le attività economiche collaterali. Piombino è al centro di questa follia, questo decreto era pensato anche e soprattutto per portare nelle vasche del nostro porto i rifiuti pericolosi di Bagnoli».

«Questo decreto – aggiungono - è stato più volte citato anche dal sindaco per assicurare che, nonostante non si lavassero più i fanghi e si buttasse tutto in vasca così come era, si rientrava nei limiti consentiti dalla legge, proprio in virtù di questo decreto. L´accordo di programma preparato dal Ministero dell´Ambiente e fatto proprio dal comune di Piombino prevedeva proprio questa operazione sciagurata. Le modifiche apportate dalla Regione Toscana hanno, solo in parte, rimediato al pericolo di inquinamento ulteriore della nostra costa, hanno decretato che i materiali della colmata di Bagnoli sono rifiuti, debbono essere gestiti come tali e non possono essere portati a Piombino se superano i valori della tabella 1 (ridotti del 10% per precauzione) del vecchio decreto. Invece per i fanghi del dragaggio di Bagnoli e successivi arrivi da altre parti d´Italia, quelli potranno essere regolamentati dal nuovo decreto, quindi a Piombino potranno arrivare tutte le schifezze possibili».

Abbiamo chiesto al sindaco di Piombino Gianni Anselmi (Nella foto) una replica a quanto detto da Travaglio e dal Comitato.
«Quello che scrive Travaglio – comincia - è pieno di inesattezze, ma per quanto ne so sarà il Ministero dell’Ambiente che risponderà al diretto interessato e quindi lascio a loro questo compito».

Ma nella nostra intervista a un ricercatore dell’Icram quei dati riportati nell’articolo vengono riconfermati praticamente in toto.
«Se lo dice l’Icram che è un istituto di ricerca vigilato dal Ministero dell´Ambiente, allora dovranno chiarirsi tra di loro. Quello che deve essere chiaro è che quel decreto non riguarda il nostro accordo che fa riferimento esplicitamente alla legge 152 del 2006 colonna b con riduzione del 10%. Per me conta solo questo».

Però ai tempi in cui lei voleva firmare l’accordo, questa parte non c’era, e per lei andava bene in quel modo.
«Per noi è sempre stato vigente la classificazione dell’Icram».

Mi scusi, ma se per mesi lei non voleva neppure che si chiamassero rifiuti... L´accordo è completamente cambiato proprio perché essendo rifiuti e non genericamente materiali tutta l’operazione (riguardante la colmata) deve essere fatta rispettando la legge specifica sui rifiuti.
«Ma chiamiamoli pure Ignazio, non è questo il problema. Non riapriamo il dibattito che ha vissuto già tutte le sue fasi. Quello che mi interessa è solo che l’accordo procede, che stiamo lavorando con la Regione come fossimo un blocco unico e che i limiti e le garanzie ambientali sottoscritti nell’accordo, che è l´unico che conta, non potranno essere indeboliti da alcun decreto».

I limiti a cui fa riferimento sono quelli relativi i materiali della colmata, ma per quanto riguarda i sedimenti e i fanghi di dragaggio, i cui limiti sarebbero aumentati se quel decreto di cui sopra avrà il via libera del Consiglio di Stato, che cosa succede?
«Come sta scritto nell’articolo 13 dell’accordo (titolo: Norme applicabili, ndr) i limiti valgono anche per i sedimenti per i quali si applica in via analogica al materiale della colmata l’art 193 del decreto 152 e successive modifiche. Quindi il decreto, ribadisco, non ci riguarda».


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