[21/01/2008] Acqua

Accorpamento servizio idrico, nuova fumata nera da Firenze

FIRENZE. Ci risiamo: il Consiglio comunale di Firenze ha cannato anche il secondo tentativo di approvazione della delibera sull´accorpamento delle tre società di gestione dell’acqua degli Ato2, 3 e 6 che hanno tutte come socio privato la cordata Acea-Suez. Al momento del voto infatti Luca Pettini, uno dei tre consiglieri del Pdci, è uscito dall’aula e ha fatto cadere il numero legale. La settimana trascorsa dopo il rinvio della discussione e del voto di lunedì 14 gennaio non ha quindi portato grandi lumi in merito. Certo c’è stato il susseguirsi di riunioni, dichiarazioni ai giornali, prese di posizione ed aperture, ma nel merito non è cambiato nulla.

Intanto il punto politico. La Sinistra arcobaleno attraverso le voci di segretari, coordinatori, portavoce regionali e provinciali ha affermato che «l’eventuale ratifica del protocollo, da parte del comune di Firenze, che unifica i soggetti gestori dell’acqua a Firenze, Pisa, Prato, Pistoia, Siena e Grosseto, renderebbe vana questa discussione perché metterebbe il legislatore nella condizione di normare su un fatto compiuto. Per questo riteniamo che l’approvazione della legge debba precedere e non seguire qualsiasi ratifica di protocolli da parte dei comuni».

A Palazzo Vecchio dove in maggioranza sono presenti Verdi, Sd, e Pdci proprio il partito di Diliberto per voce del capogruppo dichiara che se venisse approvato un documento dove si fissa l´avvio operativo della Spa risultante dalla fusione solo dopo l´approvazione della legge regionale sui servizi pubblici e si garantisse il controllo pubblico di almeno il 60 per cento, il Partito dei Comunisti italiani sarebbe disposto ad astenersi ed in questo caso la delibera passerebbe.

Sul fronte dei Movimenti sentendo improvvisamente tirate vento contrario Tommaso Fattori, del Coordinamento nazionale del Forum dei Movimenti per l´acqua, dichiara «il voto di lunedì è decisivo: le forze politiche sappiano che chi voterà favore della delibera si assume coscientemente la grave responsabilità di una rottura con il movimento italiano dell´acqua. Tutti stiamo guardando a quanto accadrà a Firenze lunedì e a quanto avverrà in Toscana con la nuova legge sui servizi pubblici locali».

Rispetto ai tempi l’assessore regionale alle Riforme Agostino Fragai ha più volte dichiarato che la legge sui servizi pubblici può arrivare in consiglio già nel mese di febbraio, ma nessuno pensa che la questione sia da relegare solo ad aspetti formali. Sappiamo già più o meno quali saranno i punti centrali della legge rispetto alla risorsa idrica: Ato unico, unico gestore con maggioranza pubblica. Secondo l’assessore non c’è incongruenza con l’accordo di Firenze. A nostro avviso qualcosa non torna a meno che l’Ato unico non sia un processo lento e per tappe.

Allora se si va verso più ambiti territoriali ottimali (diciamo 3) ci domandiamo perché non si sia optato di scegliere il criterio opportuno della suddivisione per bacini idrografici dei territori dove deve essere effettuato il Servizio idrico integrato. Quindi è necessario ribadire che l’accordo Domenici-Veltroni (per semplificare) è stato fatto in base a sintonie degli attuali soggetti gestori dove come già ribadito la componente privata è la stessa. Del resto vorremmo anche capire se l’accordo in discussione rientra nel quadro dei nuovi affidamenti dato il provvedimento di moratoria previsto dall’art.26 ter della L.222/07.

Inoltre sarebbe bene poi considerare quello che è avvenuto e sta avvenendo in altri Ato: a parte Livorno (Ato 5) dove tutto tace, ad Arezzo si sta discutendo, nel merito dei costi, l’ipotesi della ripubblicizzazione del servizio; nell’Ato 1 (almeno in parte) è stato deciso di gestire con solo soggetto pubblico (in house). Chi tiene conto di queste realtà? Quali sono i passi per arrivare al gestore unico in questo quadro così diversificato? La strada, non nascondiamocelo, non è ne facile ne breve se deve essere fatta nel rispetto di tutti i passaggi democratici. La scorciatoia dell’accordo tra sindaci certo aiuta anche la Regione rispetto ai suoi intenti. A quali costi anche politici per ora non è dato sapere. I partiti della Sinistra che ieri hanno firmato al legge di ripubblicizzazione, che hanno lavorato affinché l’Unione mettesse nel proprio programma la gestione pubblica della risorsa idrica, non possono oggi accontentarsi di un semplice documento in cui più o meno si fotografa la situazione attuale.

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