[21/01/2008] Consumo

Sarkozy contro le quote Ue per la pesca

LIVORNO. La luna miele tra i francesi e Nicolas Sarkozy sembra proprio finita e l’onnipresente presidente francese è stato duramente contestato dai pescatori bretoni di Guilvinec in sciopero contro le quote europee di prelievo di alcuni pesci atlantici e l’aumento dei costi del carburante.

Sarkozy, in forte polemica con le quote di pesca europee, ha però fatto tre proposte partendo da un assicurazione fatta in un incontro con gli inferocitti e irrispettosi pescatori di Guilvinec: «Non ho l’intenzione di lasciar morire la pesca».

Il presidente francese per aiutare i pescatori a compensare il rialzo del prezzo del gasolio ha proposto «l’esonero totale dei costi sociali, imprenditoriali e salariali, per una durata di 6 mesi rinnovabili», una misura che costerebbe 21 milioni di euro ogni 3 mesi, poi ha chiesto al ministro dell’agricoltura e della pesca Michel Barnier di elaborare entro tre mesi, insieme ai pescatori, un «meccanismo sostenibile che integri il costo del gasolio nel prezzo del pesce venduto al dettaglio». La terza proposta è quella di «piano di salvaguardia» per modernizzare i motori delle barche da pesca «al fine di ridurre i loro consumi di gasolio».

Proposte che non hanno molto convinto i pescatori francesi ed ancor meno scienziati, associazioni ambientaliste e responsabili politici del resto d’Europa che sono preoccupati per il futuro della pesca e pensano sia necessario, più che le fughe solitarie di Sarkozy, un lavoro comune per il recupero dell’equilibrio della biodiversità dei mari europei e assicurare la sostenibilità del settore della pesca.

Durissima Oceana, un’associazione ambientalista con base in Spagna ma ormai attiva in tutti i mari europei: «le dichiarazioni del presidente Sarkozy sono irresponsabili e pericolose per il futuro dei nostri oceani e per la sopravvivenza della pesca europea. I suoi commenti possono portare a fare in modo che i governi di altri Paesi, come Spagna ed Italia, pressati dalle lobbies pescherecce, pretendano ugualmente di ignorare le decisioni europee sulla pesca».

Alcuni dei punti deboli della politica comune sulla pesca hanno già portato ad una situazione di sovra sfruttamento degli stocks ittici, così come ad una situazione che Oceana ritiene di sopra-capitalizzazione e sovra-capacità delle flotte».

Oceana non è tenera nemmeno con il timido sistema delle quote ittiche fissate dall’Unione europea che definisce «il “circo” che si celebra ogni anno e che costituisce uno degli aspetti negativi. Ma senza divieti, debilitare al massimo il sistema delle quote, come suggerisce il presidente Sarkozy, può solo aggravare la situazione attuale».

Secondo i dirigenti dell’associazione per la difesa del mare «risulta indispensabile stabilire politiche a largo raggio per assicurare il recupero delle riserve ittiche europee già esaurite, così come un controllo della pesca rigoroso per prevenire la sovra pesca e le attività illegali e lo stabilimento di misure per ridurre la flotta europea».

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