[15/01/2008] Energia

Computer e risparmio energetico

ROMA. È in corso a Las Vegas, negli Stati Uniti, il Ces: una grande fiera dei prodotti elettronici. In mostra le ultime novità dell’ICT, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione: dagli schermi ad alta definizione delle televisioni, ai computer sempre potenti e amichevoli. La fiera, ci dicono le cronache, è all’insegna del risparmio energetico: segno di una sensibilità ecologica nuova che, speriamo, non rappresenti solo una moda. E così aziende come la Panasonic presenta schermi piatti che consumano la metà di quelli attualmente in commercio. La Hewlett & Packard espone personal computer che consentono di risparmiare il 25% dell’energia elettrica. La Intel propone microprocessori che hanno bisogno di meno energia. E la Microsoft annuncia che anche il nuovo sistema operativo Vista consentirà un abbattimento dei costi della bolletta elettrica grazie a un forte contenimento dei consumi di energia.

Tutto questo conferma un andamento noto agli economisti: la maturità di un settore produttivo si accompagna a una diminuzione tendenziale dell’intensità energetica. In altri termini c’è bisogno di sempre meno energia per assolvere alle medesime funzioni. E poiché i bassi consumi energetici sono considerati, a ragione, un indicatore ecologico importante, ecco che molti si lanciano in un’estrapolazione: in un’economia di mercato avanzata, la crescita della ricchezza si accompagna a un aumento della qualità ambientale.

Vero, se non fosse che – come notava William Stanley Jevons già nell’ottavo secolo dello scorso millennio (nel 1865, per la precisione) – l’aumento dell’efficienza energetica delle macchine non determina una diminuzione dei consumi assoluti di energia, per il semplice fatto che cresce molto più rapidamente la domanda di macchine. Prendiamo il caso dei computer. Non c’è alcun dubbio che oggi un personal computer consumi molto, ma comunque molta meno energia di un calcolatore elettronico degli anni ’50 del secolo scorso. Ma mezzo secolo fa i computer in funzione in tutto il mondo si potevano contare sulle dita poche mani. Oggi, sparsi per il pianeta, ci sono un miliardo di pc e il loro numero – per la gioia degli espositori di Las Vegas – cresce al ritmo del 10% ogni anno. Ciascun computer consuma sempre meno, ma la somma determina un consumo totale di energia sempre maggiore: i pc sono ormai la seconda voce nella bolletta elettrica dei nostri uffici.

Morale: il mercato risponde a logiche, spesso contraddittorie, diverse rispetto a quelle ecologiche. Non possiamo attenderci di trovare nella spontanea evoluzione del mercato le risposte ai nostri problemi ambientali. L’economia ecologica richiede necessariamente un forte intervento della politica. E, anche, una ferma volontà di mettere in discussione consolidati stili di vita.


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