[11/01/2008] Urbanistica

Lettera-appello a Prodi su paesaggio e riforma del Codice dei beni culturali

ROMA. Wwf, Italia Nostra, Fai, Civita, Associazione Bianchi Bandinelli e Comitato per la bellezza hanno scritto una lettera-appello al presidente del Consiglio Romano Prodi, ricordandogli che il ministro per i beni e le attività culturali, Francesco Rutelli, porterà presto all’esame del governo una proposta di modifica di alcuni articoli del Codice dei beni culturali e del paesaggio.

II presidenti delle 6 associazioni si dicono «orgogliosi del dettato dell’art. 9 della nostra Costituzione che, unica in Europa con tanta chiarezza, pone fra i primi compiti dello Stato quello di tutelare il Paesaggio e il Patrimonio Storico Artistico della Nazione. Consci dell’importanza dell’art. 2 comma 1 del Codice dei beni culturali voluto dall’allora ministro Giuliano Urbani che definisce il patrimonio culturale italiano come l’insieme inscindibile dei beni culturali e dei beni paesaggistici ma anche della debolezza delle norme riguardanti la tutela del paesaggio che, per usare parole del ministro Rutelli (La Repubblica 15/11/2007) “lascia una confusione dei poteri”, causa una “mancanza di programmazione delle trasformazioni del territorio” e non obbliga una indispensabile “copianificazione tra lo Stato e le Regioni”.

Ma a Prodi viene anche sottoposto lo sdegno per «l’inarrestabile e avido assalto al territorio del quale siamo in questi anni impotenti spettatori in ogni regione d’Italia». La preoccupazione degli ambientalisti e delle associazioni di difesa del paesaggio italiano per le crescenti necessità economiche che «costringono sempre più comuni a concedere nuovi spazi all’edilizia onde trarre benefici dagli oneri di urbanizzazione e dall’Ici e consapevoli dunque che nuove forme di finanziamento per gli stessi comuni debbano essere al più presto identificate».

A Prodi viene ricordata «la recente sentenza della Corte Costituzionale n. 367/2007 che ribadisce come la tutela del paesaggio costituisca un valore primario e assoluto che rientra nella competenza eclusiva, dello Stato, precedendo e limitando il governo del territorio affidato anche agli enti locali» e i firmatari si dicono rassicurati dalla sua intervista al Corriere della Sera del 29 marzo 2006 dove si impegnava a mettere «in cima all’agenda di governo» il capitolo «del risparmio del suolo» e a rafforzare «la capacità operativa delle Soprintendenze» per «leggere in un’ottica integrata la tutela del paesaggio e quella del patrimonio artistico del Paese».

Le associazioni apprezzano l’operato di Rutelli per ridefinire le norme del Codice che riguardano la tutela del paesaggio e chiudono appellando si a Prodi ed al governo «affinché il testo di riforma del Codice, elaborato dalla Commissione appositamente nominata e presieduta dal prof. Salvatore Settis e consegnato al Ministro il 3 dicembre scorso, venga recepito nella sua interezza e senza alterazioni che ne indeboliscano i contenuti. La revisione dei meccanismi di delega e subdelega della tutela del paesaggio agli enti locali, il parere previo e vincolante del Soprintendente nelle pianificazioni urbanistiche in paesaggi vincolati e il rinnovato potere del ministero per i beni e le attività culturali di introdurre vincoli paesaggistici autonomamente dalle regioni, danno ragionevoli speranze per una più chiara ed efficace gestione e tutela del territorio. Dia all’Italia e agli Italiani, caro Presidente - concludono le 6 associazioni - un segnale forte che ribadisca ciò che i Padri Costituenti scrissero sessant’anni fa nell’art. 9 della nostra Costituzione».

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