[11/01/2008] Energia

Norvegia e Russia si accordano sul tesoro energetico di Chtokman

LIVORNO. Il grande nord euroasiatico è in pieno movimento ed ogni giorno dispensa notizie di economico-energetici colossali che mettono insieme antichi nemici e scavalcano agevolmente l’ancora esistente linea di demarcazione tra i Paesi della Nato e la rinata potenza russa. Un confronto che sprigiona ancora scintille più a sud, tra la repubblica Ceca e la Polonia.

Iouri Evdokimov, governatore della regione russa di Murmansk, e Lie Hansen, presidente della norvegese StatoilHydro Bengt, hanno appena firmato un memorandum di cooperazione, davanti ad un interessatissimo Gahr Store, il ministro degli esteri della Norvegia.

«Sono felice di constatare che la cooperazione tra le società di petrolio e gas norvegesi e russe continua a stringersi – ha detto Store – Il governo norvegese appoggia attivamente la cooperazione nel nord-ovest come l’utilizzo dell’esperienza norvegese nella realizzazione di progetti petro-gasieri sulla piattaforma continentale. Come potere politico, dobbiamo fare tutto il possibile per promuovere questa cooperazione».

L’accordo firmato rappresenta un passo in avanti nei rapporti tra Norvegia e Russia dopo i dissapori sulla sovranità sulla piattaforma artica rivendicata da entrambi i Paesi.

Si tratta, nonostante si parli di “imprese”, di un vero e proprio accordo tra Stati che controllano gelosamente le loro rispettive risorse energetiche. Il presidente di StatoilHydro, ha spiegato che l’accordo russo-norvegese riguarda la produzione di equipaggiamenti per lo sfruttamento dei giacimenti, i rapporti tra gli istituti di studio superiore, l´ambiente, le problematiche sociali e i rapporti tra gli enti locali.

Insomma, si tratta di “compensazioni” per partecipare senza ulteriori intralci ad un affare colossale.

StatoilHydro detiene il 24% del capitale della società speciale che metterà a frutto la prima tranche dell´immenso giacimento di gas di Chtokman nell’area russa del mar di Barents: 3.700 miliardi di metri cubi di gas ed oltre 31 milioni di tonnellate di petrolio.

I norvegesi si sono così visti aprire una comoda porta dai russi per partecipare ad un grande affare che vede anche la partecipazione del monopolista Gazprom con il 51% delle azioni e della francese Total con 25%.


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