[09/01/2008] Energia

Anche il nucleare finlandese fallisce

ROMA. A sostegno della tesi che sconsiglia l’uso della fonte nucleare, come alternativa alle fonti fossili, questa volta non vorrei portare le solite ragioni strutturali, relative alla sua intrinseca insicurezza, qualunque sia la generazione o quelle ben più consistenti relative al fatto che ancora non si sa come smaltire le scorie radioattive che una centrale produce durante il suo funzionamento.

Mi basta solo riferire una semplice, ma assai significativa, notizia che a fine dicembre ha dato la Reuters circa l’unico nuovo reattore, da 1600 MW, in costruzione in Europa e precisamente in Finlandia (a Olkiluoto, nella foto). La sua messa in esercizio era stata garantita dalle due ditte costruttrici, la francese Areva e la Tedesca Siemens, per il 2009, ma soprattutto a detta del governo finlandese questa centrale avrebbe garantito ai finlandesi energia elettrica a basso costo. La notizia che la nota agenzia ci da è che nel 2009 non entrerà in funzione nulla, perché la messa in esercizio è stata posticipata al 2011 e soprattutto che i KWh che questa centrale produrrà costeranno molto cari visto che il costo della centrale è lievitato in pochi anni dai due ai tre miliardi di euro, più o meno quattro volte il costo di una centrale a gas metano a ciclo combinato di pari potenza.

Dunque, a parte le ragioni strutturali, che dovrebbero però bastare a convincere chiunque, compreso un personaggio come l’onorevole Casini, che la scelta nucleare rappresenta un’avventura che solo degli irresponsabili stranamore possono proporre alle popolazioni, oltre a queste l’esperienza finlandese ci comunica che questa tecnologia costa anche troppo cara e ci vuole troppo tempo a metterla in funzione rispetto alle necessità immediate di ridurre le emissioni climalteranti. Dunque sarebbe il caso che giornali e televisioni smettessero di raccontare frottole alla popolazione, dando spazio e accreditando la tesi dei nuclearisti che solo l’atomo può garantire una efficace sostituzione delle fonti fossili.

Quante volte senza alcun contraddittorio ci siamo sentiti raccontare da politici e da pseudo scienziati che il nucleare costa poco e non emette CO2? In realtà il KWh da nucleare ha un costo talmente elevato da non essere competitivo neppure con il petrolio a 100 dollari a barile. Ma soprattutto la fonte nucleare non è efficace neppure per quanto riguarda le emissioni climalteranti, in quanto se da un lato è vero che questa fonte non emette gas serra, dall’altro i tempi di costruzione di una centrale sono troppo lunghi per garantire la riduzione delle emissioni che invece serve subito.

In realtà l’unica alternativa praticabile in grado di sostituire le fonti fossili è quella di puntare sulle fonti rinnovabili, inserendo fra queste anche la principale e cioè la nostra intelligenza che può garantire un uso dell’energia efficiente e soprattutto razionale.
E’ augurabile che l’esperienza finlandese aiuti l’Europa ad uscire dalle ambiguità e quindi ad escludere, dalla prossima direttiva, la fonte nucleare fra quelle consigliate per ridurre le emissioni climalteranti.

Torna all'archivio