[08/01/2008] Acqua

La siccità non è solo uno spauracchio estivo: Maremma in crisi

FIRENZE. Ci sono emergenze ambientali vere (come quella dei rifiuti in Campania che tra l’altro è anche sanitaria) e ci sono criticità ambientali (come la crisi idrica nella nostra Regione, ma non è la sola) di cui si parla meno. Eppure il problema esiste, ed esiste come qualche mese fa quando i media, inserendolo sempre tra le prime pagine, lo avevano fatto diventare vera emergenza. Noi, ma per fortuna non siamo soli, di crisi idrica vogliamo parlare già da oggi quando ancora siamo lontani dalla giornata mondiale dell’acqua.

Anche lo scorso autunno (ricalcando quanto avvenuto negli ultimi anni) è piovuto dal 40% al 50% in meno rispetto alle medie del periodo, a seconda delle zone. Severamente colpita la Maremma. Gli allevatori (di ovini in particolare) sono in crisi economica: si sono dovute fare più semine autunnali di erba (ormai esaurita) e gli animali sono alimentati a fieno (che non è l’alimentazione ideale) le cui scorte tra l’altro vanno esaurendosi e il prezzo al quintale è più che triplicato.

Sempre in provincia di Grosseto si va di soppiatto alle fontanelle pubbliche e si fanno scorte di acqua per vari usi: perché l’acqua in casa non arriva. A Firenze qualche mese fa, qualcuno è andato a rubare l’acqua dai dispositivi antincendio. Intanto nel senese le sorgenti di Abbadia S. Salvatore sono a secco da qualche settimana ed il fenomeno potrebbe estendersi anche alle sorgenti del Fiora e dell’Ermicciolo (Vivo d’Orcia ) che già mostrano segnali di sofferenza.

L’importanza dell’acquifero dell’Amiata per il territorio delle province di Siena, Grosseto e Viterbo è noto a tutti. Alcune associazioni ambientaliste, citando recenti studi in cui viene dimostrato l’impatto dell’estrazione di vapore per la produzione di energia sulla risorsa idrica, chiedono al settore geotermico una riduzione o annullamento dei prelievi. In uno stato di crisi tutti i settori devono fare un passo indietro secondo priorità di utilizzi come stabilito dalla normativa.

La Regione Toscana tra l’altro è dotata di una legge di emergenza (L.R. 29/2007) che coinvolge il settore idropotabile e in parte il settore agricolo (attraverso la regolamentazione degli attingimenti concessi dalle Province) che potrebbe venire in aiuto.

Ma qui non è questione di emergenza o di normative adeguate (anche se di un testo unico che riordini la materia per il governo sostenibile di tutte le acque ci sarebbe bisogno). Qui si tratta di attuazione sinergica della pianificazione che è stata già prodotta. Non possiamo continuare a spendere più di quello che si guadagna (in Toscana consumiamo per 12 milioni di abitanti ed in realtà siamo 3,5 milioni).

E’ necessario gestire la risorsa in base alle disponibilità e mettere mano davvero al sistema delle concessioni trattato oggi solo dal punto di vista amministrativo: e continuano a proliferare pozzi sempre più profondi che mettono in crisi i corsi d’acqua (interessante dare un’occhiata al calo delle portate dei nostri fiumi e torrenti) e che sulla costa richiamano acqua dal mare con la quale poi si “bruciano” le colture. Sono cose note e già dette, anche da noi. Ma non ci stanchiamo di ripeterle.

I cambiamenti climatici riscontrabili a livello locale sono ormai sotto gli occhi di tutti. Certo per quest’anno possiamo sperare nelle piogge che arriveranno da qui a febbraio utili a rendere meno amara la pillola da ingoiare quest’estate. Sentire gli abitanti del Chianti per notizie in merito. Non c’è più molto tempo per pensare e mettere in pratica strategie di adattamento da attuare a livello di bacino idrografico. Il territorio adeguato per gestire la risorsa idrica se non vogliamo andare contro natura e spingere l’acqua in salita.

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