[07/01/2008] Parchi

Le inaspettate gru dell’Isola d’Elba

PORTOFERRAIO. L’Isola d’Elba sta diventando sempre più un crocevia per avvistare specie di avifauna che solitamente si trovavano ad altre latitudini o che frequentavano molto rararamente l’Arcipelago Toscano. Ad attirarle sembrano proprio le piccole e residuali zone umide rimaste, sembra proprio il caso dell’eccezionale avvistamento fatto nella mattina del 5 gennaio da Ornella Casnati del direttivo di Legambiente Arcipelago Toscano che nel cielo dell´area umida delle Prade-Schiopparello, un Sito di Importanza Regionale, individuato dalla provincia di Livorno come futura oasi faunistica rimasta sulla carta, ha avuto un gradito e insperato incontro con uno stormo di gru: nove bellissimi esemplari che dopo aver compiuto numerose evoluzioni acrobatiche, hanno virato tutti insieme verso il Volterraio.

«Già da alcuni giorni avevo notato la presenza di uno strano e grande uccello tra le canne della zona – spiega Ornella Casnati - ma il tempo inclemente e l’impossibilità di approfondire la ricerca non avevano permesso di individuarne la specie».

Nidificanti nell’Europa settentrionale, le gru svernano soprattutto nella penisola iberica e nei Paesi dell’Africa occidentale e percorrono la rotta principale di Gibilterra durante la migrazione, sostando nella nostra penisola durante il lungo viaggio. Origine e consistenza delle popolazioni italiane. Secondo l’Istituto nazionale per la fauna selvatica «il nostro Paese è raggiunto essenzialmente dalle gru che si dirigono in Algeria e Tunisia, ove si stima vi sia una popolazione svernante di alcune migliaia di individui».

In Italia svernano regolarmente poche decine di individu, anche in alcune aree della Toscana, zone umide lungo la fascia costiera tra l’Arno e l’Ombrone.
Secondo la Casnati «E´ ipotizzabile che questi nove esemplari abbiano trovato rifugio nella laguna formata dalle recenti piogge tra il canneto dell´area umida».

La gru (Grus grus), famiglia dei Rallidae, è inserita nell’Allegato 1 della Direttiva 79/409/CEE che concerne la protezione degli uccelli selvatici.
«Si tratta di un grande uccello che raggiunge anche i 150 cm, con zampe molto lunghe e collo slanciato di colore grigio con testa bianca e nera e una macchia rossa sulla sommità.

In volo si riconosce per il portamento del collo, che tiene proteso in avanti e soprattutto dal suono che emette simile a quello di “una trombetta con la sordina inserita”» dice Angelo Meschini, moderatore del sito naturamediterraneo.com, che ringraziamo per la rapidissima determinazione.

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