[04/01/2008] Aria

La svolta giapponese per il post-Kyoto

LIVORNO. Il Giappone è il quinto più grande emettitore di gas serra del mondo dopo Usa, Cina, India e Russia e si è distinto per la sua posizione accondiscende verso le posizioni Kyoto-scettiche dell’amministrazione Bush. Per questo è un’importante novità l’annuncio che il governo di Tokyo è disposto ad accettare obiettivi numerici obbligatori di riduzione di gas serra per contrastare il riscaldamento globale e l’impatto del cambiamento climatico.

Il giornale Mainichi Shimbun ha annunciato una prossima proposta del Giappone per determinare le quote di diminuzione di emissioni climalteranti, dividendo i Paesi del mondo non più tra quelli sviluppati e in via di sviluppo, ma includendo un terzo gruppo, che potremmo chiamare dei Paesi emergenti o in rapido sviluppo, che includa Cina ed India.

Il Giappone istituirà anche un "finance mechanism" di 10 miliardi di dollari per aiutare i Paesi in via di sviluppo a combattere il riscaldamento globale con la concessione di prestiti a basso interesse.

Il Giappone, che ospiterà il prossimo G8, ha intenzione di porre le problematiche ambientali al centro del summit. E dopo aver respinto a Bali le proposte di Unione Europea ed ambientalisti su quote obbligatorie di riduzione delle emissioni e di risparmio energetico, il governo conservatore in forte difficoltà sta palesemente cambiando opinione, spinta sia dal clamore internazionale per la ritirata strategica americana alla Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici che dall’opinione pubblica interna.

Il timore dei conservatori giapponesi che un atteggiamento scettico verso il global warming produca un risultato politico di tipo australiano è evidente.

Secondo il Mainichi Shimbun, il primo ministro Yasuo Fukuda annuncerà la svolta giapponese nel prossimo summit dei leaders economici a Davos, rendendo noti gli obiettivi che il Giappone sottoporrà all’attenzione del G8.

Torna all'archivio