[04/01/2008] Consumo

Australia: Ogm per combattere la siccità?

LIVORNO. Il ministro australiano dell’agricoltura, Tony Burke, ha indicato le colture geneticamente modificate come un mezzo per aiutare gli agricoltori a contrastare il cambiamento climatico che sarebbe responsabile del caldo record del 2007 in Australia.

Secondo Burke i contadini australiani devono far fronte con nuovi mezzi alle modifiche devastanti che la peggiore siccità da un secolo a questa parte ha portato nelle campagne della grande isola, con costi e perdite per miliardi di dollari.

Il governo laburista chiede agli agricoltori di innovare per aumentare la capacità di gestione del cambiamento climatico, «Quello che non voglio vedere – ha detto Burke in un’intervista radiofonica – è una situazione in cui alcune persone accedono ai sussidi ma non hanno alcun incentivo per il tempo che occorre per migliorare effettivamente la loro proprietà per affrontare il cambiamento climatico».

Poi, abbastanza a sorpresa, ha detto che il governo laburista «sta considerando le colture geneticamente modificate come una possibile soluzione.

Nell’Australia del sud, che include la zona agricola del Murray-Darling Basin e i popolosi Stati del Nuovo Galles del sud e di Victoria, il 2007 ha battuto ogni record di caldo. La disponibilità di acqua è stata estremamente bassa in tutta l’Australia nonostante le piogge di inizio anno che non sono servite a compensare un periodo di siccità ininterrotta da luglio a ottobre. Alcune zone dell’Australia soffrono una siccità che dura ormai da 7 anni, con una riduzione dei terreni coltivabili che hanno portato molti agricoltori a chiudere le loro aziende e ad emigrare. Un costo notevole anche per l’intero Paese che ha impegnato dal 2001 oltre 3 miliardi di dollari australiani per contrastare la siccità.

La National Farmers Federation (Nff) ha accolto bene le parole del ministro, verdendoci una differenza rispetto alla disattenzione per questi temi che secondo loro avrebbe dimostrato il precedente governo conservatore. Secondo loro il cambiamento climatico ha cambiato il volto dell’allevamento australiano, ma il settore agricolo ha già cominciato a cambiare da più di venti anni, adottando metodi “verdi” di allevamento.

La Nff si è anche detta disposta all’utilizzo di colture Ogm se cresceranno con meno acqua ed a temperature più elevate rispetto alle colture tradizionali. L’unica misura precauzionale prevista è quelle di capire, dopo 10 anni di utilizzo, se le colture Ogm non hanno prodotto danni all’ambiente circostante.

Non si capisce però perché, invece di pensare agli Ogm, non si utilizzino specie vegetali resistenti alla siccità, già disponibili e che possono essere ulteriormente rafforzate attraverso la una selezione naturale.

Evidentemente l’Australia non ha imparato molto dall’introduzione di “alieni”, animali da allevamento (conigli, pecore, mucche, dromedari) e selvatici (volpi, ma anche lumache, rane, cani e gatti inselvatichiti) e piante, importati volutamente o accidentalmente e che hanno già cambiato, e spesso distrutto, una fragile e singolare biodiversità, modificando l’intero equilibrio ambientale di un’isola-continente.

Torna all'archivio