[04/01/2008] Rifiuti

Dalla finanziaria 5 milioni per rimuovere l´amianto dagli edifici pubblici

LIVORNO. La finanziaria 2008 ha aperto un Fondo nazionale per il risanamento degli edifici pubblici, per il finanziamento degli interventi finalizzati ad eliminare i rischi per la salute pubblica derivanti dalla presenza di amianto negli edifici pubblici.

Un provvedimento importante, che arriva a distanza di 15 anni dalla legge del 1992 e di 13 dal decreto attuativo del 1994, atti legislativi buoni ma praticamente mai messi in atto, visto che le cause del fenomeno amianto non sono mai state aggredite e che quasi tutti i soldi sono serviti finora a risarcire le vittime dall’amianto, senza pensare che vittime dell’amianto sono anche, per esempio, i ragazzi che ancora oggi frequentano scuole coibentate con questa fibra e ancora da eliminare.

La soddisfazione per il dispositivo previsto dalla finanziaria in realtà viene smorzata quando si pensa che le risorse finanziarie stanziate per questo fondo per il 2008 sono appena di 5 milioni di euro. Una cifra davvero irrisoria, se si pensa che in molte regioni italiane non è stato eseguito neppure il censimento della presenza di amianto, pure previsto dalla legge del 1992.

In Toscana questa mappatura si è conclusa proprio la scorsa estate e nelle settimane scorse i tecnici dell’Arpat hanno elaborato i dati che sono poi stati inviati alla Regione: in Toscana ci sono per esempio più di mille siti da bonificare, ma il censimento ha riguardato solo gli edifici pubblici.

Il passo successivo che vorrebbe fare l’Arpat è proprio quello di mappare gli edifici privati: anche perché il 90% degli esposti dei cittadini per la presenza di amianto riguarda proprio le coperture private. I costi di un censimento del genere sono piuttosto contenuti: l’Arpat ha stimato che con meno di 100mila euro potrebbe utilizzare la tecnologia del telerilevamento aereo, che grazie a sensori agli infrarossi sarebbe in grado di fornire una mappatura molto precisa.

Poi ovviamente ci sarà la fase delle bonifiche, e bisognerà vedere quanti di questi 5 milioni finiranno i Toscana per bonificare almeno i casi più gravi.

«Abbiamo strappato questo risultato in Senato molto faticosamente» commenta Milziade Caprili, primo firmatario di una proposta di legge presentata nel 2006, che tra l’altro prevedeva per le bonifiche uno stanziamento un po’ più sostanzioso, di circa 45 milioni di euro. «I soldi promessi dalla finanziaria sono assolutamente insufficienti per l’entità del fenomeno – ammette Caprili – ma si tratta di un inizio, e di una nuova attenzione verso il fenomeno amianto che secondo le statistiche toccherà il suo apice dal punto di vista delle malattie e della mortalità fra qualche anno. Senza contare le persone che ancora oggi vivono in aree dove è forte la presenza di amianto. Per questo vigileremo affinché i soldi oggi disponibili siano spesi nei luoghi dove l’urgenza è maggiore, e contemporaneamente ci batteremo per ottenere ulteriori risorse anche nei prossimi anni».

Nonostante la limitatezza delle risorse infatti, la finanziaria guarda comunque al futuro e segna una strada ben precisa: dispone infatti anche che entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, sia approvato con decreto del ministro della Salute (di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze e d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano), un programma decennale per il risanamento, prevedendo prioritariamente la messa in sicurezza degli edifici scolastici ed universitari, delle strutture ospedaliere, delle caserme, degli uffici aperti al pubblico.

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