[02/01/2008] Urbanistica

Ancora su Castelfalfi e sul dibattito pubblico

FIRENZE. Nelle ultime settimane ha preso quota il dibattito sul progetto Tui di Castelfalfi. Si delineano gli atteggiamenti anche se il confronto è all’inizio. Una volta tanto c’è chiarezza di posizioni dovuta al primo esperimento di dibattito pubblico attuato dal garante della comunicazione nel governo del territorio previsto dal Pit; posizioni che si sono potute seguire nelle udienze pubbliche e quotidianamente sul sito web dedicato; non è poco, anzi.
Non tutti condividono questa valutazione; c’è chi ritiene che il dibattito pubblico, premessa partecipata della contrattazione e della concertazione e della loro trasparenza, sia una finzione.

E’ come dire che la partecipazione va bene solo se mi dà ragione. Il contendere è molto importante, poiché si tratta del primo caso di questo tipo, che farà scuola anche per altri e non può essere ridotto a un’idea fondamentalista che il bene sta tutto da una parte e il male tutto dall’altra; idea su cui si trovano accomunati gli entusiasti del progetto Tui così com’è (che nascondono, ma neanche tanto, una naturale propensione al ricatto del prendere o lasciare), e i detrattori, non tanto e non solo del progetto Tui, su cui nel merito il giudizio critico è comune, almeno tra gli ambientalisti, quanto del processo partecipativo in corso dando per acquisito il risultato: tutto a vantaggio di Tui, anzi messo in atto proprio per gettare fumo negli occhi.

Queste due posizioni hanno un elemento comune: eludere il confronto di merito per sostenere la propria idea a prescindere. “Le 8 raccomandazioni principali che emergono dal dibattito pubblico”, però, sono un punto di partenza ineludibile per tutti, compresa Tui, ma c’è chi ritiene che esse abbiano scarso significato perché il garante doveva darle come direttive; in pratica gli si chiede di schierarsi perdendo ogni credibilità. Si dimentica che le raccomandazioni “emergono dal dibattito pubblico” e hanno valore per questo: il garante le riassume e correttamente le rilancia. Questa posizione equilibrata offre sponda alle posizioni critiche di merito al progetto Tui, espresse ad esempio nell’appello delle associazioni ambientaliste (una volta tanto insieme!).

Infine, perché ritenere i giochi già fatti? Si esprime un’idea aristocratica di ciò che si dovrebbe fare o non fare a prescindere dalla cose e dai soggetti reali; così come sono, non come si vorrebbe che fossero e da questi ripartire per modificare le cose.
Nel merito segnaliamo due delle 8 raccomandazioni, la 6 e la 7, “Rilancio non simbolico [il corsivo è nostro] ma innovativo dell’azienda agricola e “Qualificazione della domanda occupazionale e dell’offerta delle opportunità formative”, le quali possono dare spazio ad una idea forza capace di spostare il baricentro del progetto Tui, da un’impostazione immobiliare/turistica di élite (per gli alti costi,) ma banale nelle forme e nei contenuti, per qualificarlo anche a vantaggio delle risorse umane e degli ecosistem services locali e non.

Un’idea forza che metta al centro l’ambiente e il lavoro, per la quale anche al lavoro è assegnata la funzione di criterio valutativo dello sviluppo della società locale, in quanto idoneo ad esprimere il pregio dell’ambiente e delle persone; che il titolo commisurativo del valore sociale del progetto sia desunto dalle capacità del lavoro; che sia data a ciascuno la possibilità di svolgere un lavoro congeniale alle proprie attitudini, traendovi i mezzi per la soddisfazione dei bisogni di qualità della vita e dell’ambiente. Fantasie? Vedremo.

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