[02/01/2008] Comunicati

I sette comandamenti della comunicazione responsabile e sostenibile

LIVORNO. Secondo una ricerca della School of management del Politecnico di Milano e della Nielsen, il 54% degli italiani preferisce il web alla televisione. Internet viene ormai utilizzato come alternativa di svago ma soprattutto per raccogliere informazioni e questo inizia a porre anche alla “rete” problemi di credibilità e qualità delle notizie. Una questione che non è certamente solo italiana e che AdWiser, un organismo francese che si occupa di comunicazione responsabile e sviluppo sostenibile, ha affrontato nel suo recente rapporto “Vers une communication responsabile”.

Il rapporto si muove nel contesto francese ma può dare numerosi spunti anche agli operatori dell’informazione ambientale italiana, che trova spazi ed approfondimenti più nel web che in televisione, dove l’approccio è più generalista. Anche se non dobbiamo dimenticare la differenza tra "informare" (che presuppone una canale emittente e un canale ricevente) e "comunicare" che invece presuppone un feedback da parte di chi riceve. La comunicazione è quindi un processo costituito da un soggetto che ha intenzione di far sì che il ricevente pensi o faccia qualcosa e non a caso in tedesco il termine Mitteilung mantiene la radice latina e il concetto di "mettere in comune".

La differenza è notevole. Greenreport per esempio non comunica, bensì informa. e anzi, come ripetiamo nell´editoriale di apertura greenreport si pone l´obiettivo di fornire informazione ambientale approfondita, competente e di qualità; che sia utile a chiunque può incidere sulle scelte economiche e di governo del territorio

Il rapporto di AdWiser recensisce i diversi esempi degli impatti sociali ed ambientali dell’industria della comunicazione presa nel suo complesso, ma anche le pressioni, presenti e future, delle diverse parti coinvolte, ma soprattutto propone le basi per costruire una comunicazione responsabile attraverso 7 settori di azione:

Dare l’esempio: le agenzie di comunicazione sono imprese come le altre e devono quindi vigilare sulla coerenza delle loro strategie e del loro funzionamento mettendo in opera misure di responsabilità sociale di impresa integrate;

Ritornare alla “verità prodotta”: le agenzie devono discutere le dimensioni sociali, ambientali e societarie del progetto di comunicazione. La collaborazione agenzia-informatore deve essere stabilito su nuovi criteri: consultazione dei partners, validazione dell’impegno reale dell’informatore, analisi dei rischi e elle opportunità in material sociale e ambientale, espressione di una promessa giusta.

Saper dire di no (o si, se…): le agenzie di comunicazione hanno il dovere di consigliare. Devono convince il giornalista-annunciatore a cambiare strategia quando siano convinti che gli argomenti proposti falsino la percezione dei prodotti o dei servizi e siano illegittimi

Riumanizzare i cicli della comunicazione: Comunicare in maniera responsabile vuol dire avvicinarsi alla globalità dell’individuo, cittadino e consumatore, responsabile delle sue scelte, sempre più preoccupato del futuro dell’umanità e del suo ambiente. Per questo è preferibile far evolvere tecniche di comunicazione “intrusive” verso un marketing "participativo".

Eco-innovare i metodi ed i supporti della comunicazione: si tratta di ottimizzare i dispositivi della comunicazione minimizzando i loro impatti sociali e ambientali, ma anche di innovare l’intero settore. Il rapporto fa l’esempio dell’ottimizzazione del target di una campagna di pubblicità via posta per minimizzare l’impatto delle emissioni di CO2 oppure la scelta di un evento promozionaleche tenga conto dei trasporti pubblici.

Aprirsi a nuove collaborazioni: la comunicazione responsabile "ideale" è l’incontro tra un informatore, un’agenzia e un consumatore responsabile. E’ dunque legittimo, ed anche raccomandabile, associare al processo decisionale tutti questi protagonisti, includendo la società civile (cittadini, Ong, enti pubblici, associazioni di consumatori).

Contribuire al coinvolgimento dei cittadini: sviluppare la problematica della promozione di modi di vita sostenibili, equi e responsabili. Le agenzie di comunicazione hanno un potere considerevole nella rappresentazione collettiva della società, per determinare i modi di pensare ed i costumi. Hanno un ruolo da giocare nella prevenzione e nell’educazione ai grandi principi dello sviluppo sostenibile.

Il rapporto si interessa anche alle ragioni che dovrebbero incitare i comunicatori di vario genere ad impegnarsi su questa strada e per mettere in campo cambiamenti reali.

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