[28/12/2007] Rifiuti

Rifiuti, il Lazio sull´orlo della crisi

ROMA. Mentre Napoli sta attirando da mesi l’attenzione sull’emergenza rifiuti, nel resto dell’Italia ci sono situazioni che potrebbero giungere a risultati altrettanto preoccupanti o a soluzioni non certo esaltanti.

Anche la capitale e il Lazio non stanno bene e secondo Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, siamo davanti ad una vicenda kafkiana: «Mentre il sindaco di Roma, due ministri e il Presidente della Regione si riuniscono, altri fanno i fatti: è di oggi l’avviso pubblico, comparso su alcuni quotidiani nazionali, della Pontina ambiente con la richiesta di giudizio di compatibilità ambientale per il settimo invaso della discarica di Cecchina nel Comune di Albano, proprio dove si vorrebbe realizzare il quarto impianto per l’incenerimento dei rifiuti. Un nuovo enorme buco per un’estensione di 3 ettari ed un volume di 500mila metri cubi, a servizio dell’impianto di trattamento meccanico biologico, che conferma come tale tecnologia tanto amata da una certa parte dell’ambientalismo non riesca a far superare la discarica –dice Parlati . La politica si riunisce, senza far capire bene di cosa stia parlando, e intanto le politiche dei rifiuti a Roma e nel Lazio continuano a registrare un vergognoso 11% di raccolta differenziata e continui allargamenti di discariche. Questo è il bilancio di sette anni di commissariamento per i rifiuti nel Lazio, un bilancio del quale sono totalmente responsabili le diverse maggioranze regionali di questi anni».

Secondo Legambiente bisognerebbe farla finita con i comizi, le posizioni di bandiera e i vari radicalismi parolai e propone: «prevenzione della produzione per ridurre i rifiuti nel Lazio con un obiettivo del 10% entro il 2015, raccolta differenziata domiciliare, porta a porta o pertinenziale, per riciclare davvero, prevedendo la raccolta dell’organico, con obiettivi nell’ordine del 45% al 2010 e del 55% al 2015; termovalorizzatori solo a chiusura di tale ciclo, per la parte stavolta davvero residuale, che secondo le stime della nostra associazione sarebbe di circa 470mila tonnellate all’anno, un quantitativo che non determinerebbe la necessità di realizzare ulteriori impianti. Serve più responsabilità nello scegliere una via forse più difficile, ma unica vera strada per affrontare davvero senza rimandare il problema rifiuti, costruendo un grande percorso partecipato di responsabilità anche con le istituzioni locali ed i cittadini».


Torna all'archivio