[27/12/2007] Acqua

Mancano le analisi di alcuni bacini idrici, l´Ue condanna l´Italia

LIVORNO. La Corte di Giustizia europea condanna l’Italia perché di nuovo è venuta meno agli obblighi comunitari in materia di acque: con sentenza del 19 dicembre di questo anno, la Corte dichiara la Repubblica italiana colpevole per aver presentato in ritardo le analisi sintetiche per i bacini idrografici nazionali del Serchio e di quelle delle Alpi orientali, dell’Appennino settentrionale, centrale e meridionale.

Le analisi delle caratteristiche del distretto, l’esame dell’impatto delle attività umane sullo stato delle acque superficiali e sotterranee e l’analisi economica dell’utilizzo idrico dovevano essere presentate alla Commissione entro il 22 marzo 2005. Ma non avendo rispettato i termini, la Commissione ha diffidato l’Italia: ha cioè invitato lo Stato a compilare e inviare la sintesi delle analisi entro settembre 2006. Quindi l’Italia ha compilato e inviato solo due relazioni per i bacini idrografici nazionali, i bacini pilota del Tevere e del Cecina e per le Regioni Sicilia e Sardegna, ma la Commissione ha considerato la situazione ancora non soddisfacente e ha deciso di adire alla Corte.

Nel suo contro ricorso il Governo non contestava l’inadempimento addebitabili anzi, ammetteva il recepimento tardivo della direttiva (avvenuto con Dlgs 152/06) e riconosceva ciò come causa della non adozione a livello regionale dei provvedimenti necessari per l’attuazione della direttiva e del non rispetto delle scadenze previste. Sottolineava però, la scarsa rilevanza per portata e dimensioni di alcuni bacini regionali e dichiarava che comunque, le relazioni sui bacini nazionali contenevano quasi la totalità dei dati richiesti.

Ma a niente sono valse le argomentazioni apportate perchè comunque sia – a detta della Corte – l’inadempimento rimane: le relazioni del bacino idrografico nazionali del Serchio e dei bacini delle Alpi orientali, dell’Appennino settentrionale, centrale e meridionale non sono state presentate.

Un´ulteriore condanna dunque, che si aggiunge ad una altra: non è di molto tempo fa il secondo e ultimo avvertimento scritto inviato dalla Commissione per il recepimento completo della direttiva sulle acque.

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