[27/12/2007] Aria

I cinesi studiano i ghiacciai che si sciolgono

LIVORNO. Una ricerca scientifica condotta dall’Accademia di scienze sociali della Cina (Asc) dimostra che i ghiacciai situati ai confini del Tibet stanno regredendo significativamente. Lo scioglimento più importante è stato registrato nel ghiacciaio numero 1 di Yanglonghe sulle montagne di Qilianshan (nella foto), al nord dell’altopiano Qinghai-Tibet. La ricerca è condotta su un’area gelata di oltre 20 mila chilometri da parte dell’Istituto dell’ambiente e dell’ingegneria delle regioni fredde e, in seguito a misure effettuate con i radar, si è scoperto che i ghiacciai sono diminuiti in media del 7,4% in rapporto ai dati del 1984. La valle del fiume Ili, il bacino dell’Jungar ed il corso superiore del fiume Yarlung Zangbu hanno conosciuto la regressione più rapida: il 18% in meno.

«La dimensione dei ghiacciai – spiega l’Asc – si è ridotta significativamente per il riscaldamento climatico, risultato dell’attività umana. Lo scioglimento dei ghiacciai colpirà l’irrigazione dell’agricoltura stanziale, dunque la vita delle genti nelle terre del nord e del centro della Cina».

Per questo, secondo quanto riporta Science Times la Cina ha deciso di creare un osservatorio permanente per seguire lo scioglimento dei ghiacciai del Tibet, costruendo una stazione scientifica nel nord del Qilianshan.

A dirigere la nuova struttura scientifica sarà Qin Xiang, un ricercatore dell´Asc, che ha spiegato come l’area costituisca «un luogo ideale per osservare l’ecosistema e l’ambiente dei ghiacciai. L’osservatorio sorveglierà le condizioni atmosferiche, lo scioglimento dei ghiacciai, la tundra, le piante ed il suolo gelato, ma anche le condizioni idrogeologiche vicino alle montagne Qilianshan».

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