[19/12/2007] Consumo

Il mondo è tutto attaccato!

LIVORNO. La Fao ha lanciato l’allarme sui prezzi dei cereali arrivato ai massimi, tanto che nei Paesi più poveri sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle popolazioni. Stavolta però non sono le carestie ad aver provocato questa tragica e non nuova situazione, ma soprattutto i cambiamenti climatici e il boom dei biocarburanti, che assorbono una quota sempre più crescente dei raccolti. Il mondo si sa è tutto attaccato, e questa ne è solo l’ennesima dimostrazione utile soprattutto per i sordi. Quelli ad esempio che puntano solo sul cambio di carburante delle auto, da benzina e derivati del petrolio ai biocombustibili, credendo così di salvare capre e cavoli. La questione è molto più complicata e se l’obiettivo è (come è) quello di ridurre la C02 nell’aria perché causa principale del cambiamento climatico, bisogna dare risposte complesse (che non significa difficili) ad una problematica complessa, evitando inutili semplificazioni. E soprattutto avere un programma che vada in un’unica direzione. Cosa che attualmente non esiste, se non negli annunci di quel politico o di quel ministro di quel paese o di quell’altro paese.

Guardiamo l’Ue, la punta decisamente più avanzata nel mondo nella lotta ai gas serra, che sta cercando di mettere regole piuttosto ferree sulle emissioni delle auto, ma trova ostacoli a non finire. Se andrà bene riuscirà a far imporre il limite di 120 gr/km quale massima emissione delle auto nuove a partire dal 2012. Che sarebbe un bel risultato, se non fosse che il mondo – come dicevamo – è tutto attaccato. Così - a parte il fatto che negli Usa adotteranno altre misure anche se più stringenti di quelle attuali – nell’Europa dell’Est si sta assistendo al maggior peso che gli acquirenti di auto (Sole24Ore) cominciano a far sentire sul mercato europeo, che significa un cosa sola: più macchine. Quindi non solo sono sempre più i Paesi che hanno la maggior parte di fabbriche in quanto tutte le multinazionali (o quasi) vi hanno trasferito le loro produzioni, ma stanno diventando anche acquirenti e pure di lusso. Che significa ovviamente che la condizione economica/sociale del singolo è migliorata, ma che non avrà come conseguenza, da questo punto di vista, un uguale miglioramento della condizione (sostenibilità) ambientale. Che invece peggiorerà inesorabilmente se l’idea è e resterà quella di replicare per intero nell’Est il modello seguito dall’occidente e che ha portato alla “degenerazione” del concetto auto-uguale-mobilità.

Quella per intenderci che obbliga il sindaco Moratti a imporre a Milano l’Ecopass, prendendosi gli improperi (non da parte nostra in questo caso) pure dei suoi alleati politici. Per poi vedere nello stesso capoluogo lombardo che all’ipermercato sono in vendita i Suv a soli 15.900 euro. Suv rigorosamente low cost per tutte le tasche con motori made in Italy e telaio made in China. Dove l’unica perplessità sembra essere quella legata a come si fa per i pezzi di ricambio, mentre l’idea viene apprezzata dal Corsera che ne dà notizia, individuando la novità «che è piombata sul mercato facendosi beffa di tutte le sofisticate strategie di marketing per cui i costruttori pagano fior di professionisti. E forse sveglierà i concessionari dal loro torpore».

Ci sarebbe da osservare che, quel torpore lì, ha portato la Fiat a vette di vendita mai viste e che quindi speriamo che, se di torpore si tratta, si sveglino, oppure restino così, altrimenti le auto ce le troviamo anche sul pianerottolo di casa. Ma la degenerazione di cui sopra fa abolire persino la festa del 1° maggio in Cina, sì, proprio a causa del troppo traffico che si generava in quel giorno a causa delle gite fuori porta (legittime, ci mancherebbe altro) organizzate nella Repubblica popolare.

La storia della coperta corta è evidente anche nelle politiche della Toyota, che ha il merito di aver inventato di fatto l’auto ibrida (o comunque di averci creduto e investito per prima), ma che ha come modello quello di tutte le altre case automobilistiche: incrementare la produzione mondiale per il prossimo anno di circa 500mila vetture (Sole24Ore) raggiungendo i 9.9 milioni di veicoli, principalmente grazie alla forte domanda cinese. Certo, forse ha ragione Thomas Friedman, che sul New York Times (traduzione de La Repubblica), sostiene che «alla deforestazione oggi è imputabile una quantità di gas superiore a quella prodotta da tutte le automobili e i camion del mondo messi insieme», ma allora questa cosa non potrà che peggiorare (il mondo è tutto attaccato) se per far andare tutti quei veicoli e, probabilmente molti altri, si taglieranno ulteriormente le foreste (come in Indonesia) per far posti ai campi per prodotti destinati ai biocarburanti. Quelli che alimentano, per soprammercato, l’aliscafo ecologico di cui dà notizia sempre il Sole24Ore e che starebbe per fare il giro del mondo in meno di 65 giorni.

Così dal globale si torna all’Italia dove oggi, a differenza di ieri (ma come ieri l’altro), è tornata in dubbio la proroga per i cosiddetti ecoincentivi per la rottamazione dei veicoli inquinanti. Che sarebbe – dal nostro punto di vista – una buona notizia. Anche per questo aspettiamo il 31/12 per cantare vittoria. Segnaliamo solo un’ultima cosa, che mentre la Fiat spera di trovare sotto l’albero il bonus degli eco-contributi, nel frattempo attraverso l’operazione Tata (di cui è partner) e che prevede la costruzione dell’auto più economica del mondo, il Manifesto ci ricorda che quelle terre su cui si costruisce la fabbrica erano degli abitanti di Singur (Bengala occidentale) e i contadini le rivorrebbero perché per l’appunto dava loro da mangiare. Faranno ricorso all’Alta Corte e poi chissà… faranno gli operai sottocosto, nella fabbrica sottocosto, che produce la macchina sottocosto?

L’auto non ci salverà, nemmeno quella ecologica, nemmeno a idrogeno, tanto meno quella low cost. La mobilità sostenibile passa da altre strade, che sono quelle di un utilizzo assai minore e in parte diverso delle auto (e che più ecologiche saranno meglio è, sia ben chiaro). Ma integrata con un trasporto pubblico efficiente ed efficace, car sharing e via dicendo fino dalla riscoperta del miglior mezzo mai inventato dall’uomo che unisce emissioni zero e benefici per la salute: la bicicletta.

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