[18/12/2007] Rifiuti

La revisione del testo unico mette a rischio il settore del riciclo di carta e cartone: protesta la Fise

LIVORNO. La protesta avviata, alla fiera Ecomondo, dagli imprenditori privati che operano nel settore del recupero rifiuti è arrivata oggi a Roma di fronte ai ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente. E’ lì che delegazioni di recuperatori aderenti a Fise portano infatti la loro voce rimasta sino ad ora inascoltata. Il motivo della protesta riguarda la proposta – presente nella revisione del testo unico ambientale - di escludere le aziende private dalla gestione dei rifiuti provenienti dalle attività economiche che grazie ad un provvedimento di assimilazione da parte dei comuni, diverrebbe nei fatti prerogativa esclusiva delle imprese pubbliche.

Questo pare sia scritto infatti nella revisione del testo del codice ambientale che dovrebbe essere portata al prossimo consiglio dei ministri - secondo quanto sostiene Corrado Scapino, presidente di Unionmaceri, che è l’associazione delle imprese che operano per la raccolta, il recupero e la valorizzazione dei rifiuti di carta e cartone aderente a Fise.

In piena controtendenza ai processi di liberalizzazione che si vorrebbero invece introdurre - almeno nelle intenzioni - in maniera estesa all’interno dell’organizzazione dei servizi nel nostro Paese.
«In assenza di una positiva soluzione alla problematica, l’Associazione sarà costretta a denunciare in sede europea l’attuale situazione di grave minaccia alla libertà di impresa» si legge nel comunicato diffuso da Unire. Ma qualche risultato la protesta di oggi sembra averlo ottenuto.

«Il funzionario del Ministero delle Sviluppo che ci ha ricevuto, ci ha detto che le nostre ragioni sono evidenti» ha dichiarato a greenreport Corrado Scapino «e attraverso il capo di gabinetto verranno portate direttamente al ministro Bersani».

«E’ evidente – ha aggiunto Scapino - che attraverso il meccanismo dell’assimilazione si sta ampliando sempre di più l’attività del servizio pubblico, ma questa scelta massacra un settore che ad esempio per quanto riguarda la carta è sempre stato in ambito privato e ha sempre dato garanzia di qualità del materiale recuperato».

Lei dice che l’introduzione dell’assimilazione corrisponde ad un automatico affidamento ad aziende pubbliche della gestione del servizio di raccolta e di recupero, non si potrebbero introdurre sistemi che impediscano questo automatismo?
«Di fatto è impossibile, perché dietro la spinta del sistema tosco-emiliano la tendenza è quella di fare dei grandi Ato, affidare la gestione ad una grossa azienda pubblica in house e quindi l’automatismo viene di conseguenza. Alle imprese private rimarrebbe solo un territorio difficile su cui operare e su cui è difficile garantire economicità ed efficienza».

Lei dice che il settore più penalizzato è quello della carta, perché?
«Perché è il settore che da sempre esiste e lavora bene. In base ad una recente indagine di Unionmaceri, si contano in Italia circa 460 piattaforme, che solo per le attività connesse al recupero realizzano un fatturato pari a circa 630 milioni di euro. Nel 2005 tali aziende hanno recuperato 6,8 milioni di tonnellate di materiali, di cui circa 5 milioni rappresentate dal macero. E’ un settore in cui si guadagna se c’è qualità della carta raccolta. Farlo diventare un sistema spalmato sui costi del sistema pubblico significherebbe perdere anche la garanzia della qualità. E’ per questo che se non vengono accolte le istanze andremo sino in Europa a far valere le nostre ragioni».


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