[13/12/2007] Comunicati

Fao, Wfp e Ifad: «Azione immediata sul clima per evitare insicurezza alimentare»

ROMA. Fao, World Food Programme (Wfp) e International Fund for Agricultural Development (Ifad), le tre agenzie Onu che hanno sede a Roma, esprimono la loro «grandissima preoccupazione» per il cambiamento climatico che «rappresenta una sfida di grandi proporzioni per la sicurezza alimentare del pianeta, che farà aumentare fame e malnutrizione se non si prenderanno provvedimenti immediati».

Il direttore Generale della Fao, Jacques Diouf, intervenendo a Bali a nome delle tre agenzie ha detto che «i fenomeni climatici estremi stanno già avendo effetti negativi sulla sicurezza alimentare e che i cambiamenti nel medio termine non faranno che peggiorare la situazione. Se non interveniamo adesso, il cambiamento climatico farà aumentare il numero delle persone che soffrono la fame. Il Rapporto Fao sullo stato dell’insicurezza alimentare 2006 ha stimato che sono 854 milioni le persone al mondo che soffrono fame e malnutrizione, di queste 820 milioni vivono nei paesi in via di sviluppo. il cambiamento climatico si ripercuoterà in particolare sulle popolazioni vulnerabili e sui sistemi alimentari - ha detto Diouf - Le persone che già oggi sono vulnerabili e soffrono di insicurezza alimentare lo diventeranno ancora di più».

Tre quarti del miliardo di persone in condizioni di povertà estrema, vivono nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo e sono esposti ai rischi immediati causati dalla sempre maggiore frequenza di cattivi raccolti e dalla perdita del bestiame. Risentiranno del global warming anche il miliardo e mezzo di persone che dipendono dalle foreste per la propria sopravvivenza ed i 200 milioni di persone che vivono di pesca.

«È della massima importanza che si affrontino le gravi ripercussioni sulla sicurezza alimentare quando si discute delle sfide del cambiamento climatico» ha detto Diouf, annunciando che dal 3 al 5 giugno 2008 la Fao organizzerà a Roma una Conferenza ad alto livello su “La Sicurezza Alimentare Mondiale e le Sfide del Cambiamento Climatico e della Bioenergia” nella quale si discuterà di come l’agricoltura possa continuare a produrre quantità adeguate di cibo per nutrire la crescente popolazione mondiale, in particolare i poveri ed i più vulnerabili, in condizioni di cambiamento climatico. La conferenza affronterà le sfide specifiche causate dal clima e dalla bioenergia per i settori alimentare, agricolo forestale ed ittico.

Per Diouf «è di vitale importanza intervenire subito per rafforzare la capacità di resistenza delle popolazioni rurali al cambiamento climatico ed aiutarle ad adattarsi alle nuove condizioni. Mentre bisogna raddoppiare gli sforzi per assicurare che la crescente popolazione mondiale abbia accesso ad un’alimentazione sufficiente, sana e nutritiva, l’azione specifica che si deve attuare comprende: sistemi di allarme precoce, strategie di adattamento, attività di riduzione dei rischi di disastro e misure di protezione sociale contro la fame. La gestione sostenibile delle foreste offre opportunità per un’immediata opera di mitigazione ed adattamento. Poiché la deforestazione è responsabile di circa il 17% delle emissioni globali di gas serra, una migliore gestione forestale offre l’opportunità di un intervento ampio, rapido ed efficace, apportando al tempo stesso benefici per le popolazioni rurali ed ottenendo anche benefici per l’ambiente».

La Fao chiede nuovamente di fornire pagamenti agli agricoltori che vivono in ecosistemi fragili per i loro servizi ambientali e per le attività di conservazione e sequestro del carbonio.
Le tre agenzie dell’Onu ritengono necessarie strategie integrate ed un approccio cooperativo per superare le minacce del cambiamento climatico «Un´attuazione effettiva richiederà maggiori investimenti nello sviluppo agricolo e nella gestione delle risorse naturali a tutti i livelli». Ma anche loro guardano con prudenza allo sviluppo dei biocombustibili: «il rapporto costi-benefici tra l’agricoltura ed il settore energetico deve essere bilanciato con attenzione».
Fao, Wfp e Ifad si impegnano ad usare le proprie conoscenze, expertise, presenza sul campo a livello mondiale e i propri programmi di investimento «per dare il nostro continuo sostegno ai paesi e collaborare con i nostri paesi membri e con altri partner, nell’ambito delle Nazioni Unite ed al di fuori da esse, per assicurare che gli effetti del cambiamento climatico non aggravino fame e povertà».

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