[11/12/2007] Comunicati

Ambiente: italiani più sensibili (e disposti a pagare) ma ancora confusi

LIVORNO. Il progetto MOPAmbiente, "Monitoraggio degli Orientamenti e delle Politiche per l´Ambiente" in Italia, con il patrocinio del Ministero dell´Ambiente e della Tutela del Territorio, è un´iniziativa della Società di relazioni istituzionali e studi legislativi (Risl) che con il patrocinio del Ministero dell’ambiente, vuole favorire la comunicazione ambientale tra istituzioni, imprese e cittadini. Uno degli strumenti utilizzati da MopAmbiente è il sondaggio condotto da Gfk-Eurisko a novembre 2007 e reso noto oggi e secondo cui l´indice di ecosensibilità degli italiani é salito al 67% quattro punti in più che nel 2003.Secondo l´indagine il 16% degli italiani parla molto frequentemente di ambiente, il 37% abbastanza frequentemente, mentre un 25% ne parla abbastanza raramente, solo il 14% si occupa di ambiente molto raramente e l´8% mai.

A seguire l’informazione scritta e radiotelevisiva sulle tematiche ambientali è il 56% degli intervistati, con un balzo del 14% rispetto ai dati del 2005, ma il 44% degli italiani è ancora poco o per nulla interessato dalle econoitizie. Forse anche perché la soddisfazione per come viene comunicato l’ambiente è bassa: più del 75% degli intervistati si ritiene insoddisfatto ed un terzo addirittura molto insoddisfatto. Gli italiani vorrebbero essere più informati sui temi ambientali che toccano la loro vita quotidiana: rifiuti, energia e inquinamento, e forse molte delle sindromi Nimby che percorrono questo paese sono il frutto di una mancanza di informazione semplice, chiara e accessibile.

Dal sondaggio emerge infatti che chi è più disponibile ad informarsi e a parlare di ambiente sono i cittadini col più elevato tasso di scolarizzazione, quelli impegnati politicamente e che vivono nelle città dell’Italia settentrionale. Un profilo che si ritrova anche nelle percentuali di massima attenzione ai temi ambientali (il 29% degli italiani) che ricalcano quelle di altre indagini che rilevano in cifre simili il tasso di capacità di comprensione di tematiche complicate e di termini scientifici. E’ consolante, ed indicativo di una percezione dell’importanza dell’ambiente ormai generalizzata, che un altro 57% degli intervistati si dichiari “abbastanza” disponibile ad informarsi. Rispetto alle risposte del 2005 la disponibilità a capire di cosa si parla quando si discute di temi ambientali sale del 7% e raggiunge l’86%.

Sembra diminuire anche l’idea (e la scusa) molto italica che i comportamenti individuali non servono a nulla: il 51% si dichiara molto coinvolto per ridurre l’inquinamento, mentre il 37% si dice abbastanza coinvolto. Forse qui c’è la distanza maggiore tra il dire ed il fare ed una qualche confusione, anche nei comportamenti quotidiani comuni di massa, si evidenzia.

Il 59% degli pensano che si dovrebbe incentivare di più l’energia solare, il 13% preferisce l’eolico e l’8% l’idroelettrico, il 73% del totale è disposto a pagare anche 23 euro di più la bolletta elettrica per favorire lo sviluppo e l’utilizzo di energie rinnovabili. L’8% del campione darebbe incentivi anche all’energia nucleare. Solo l’1% chiede di incentivare il carbone e anche verso i biocombustibili sembra esserci diffidenza, visto che solo il 2% chiede incentivi in quel settore, la stessa percentuale del petrolio. Tra chi è disposto a pagare di più ci sono gli italiani con meno di 35 anni (93%), i laureati (87%), i diplomati (86%), gli abitanti delle città con oltre 100 mila abitanti (83%), mentre le divisioni politiche incidono poco: sarebbe disposto a pagare di più l’87% degli elettori di centrodestra e l’86% di quelli di centrosinistra. Meno disponibili le persone sopra i 54 anni (37%), chi ha solo la licenza elementare (33%) e chi non è schierato politicamente (31%).

Per gli italiani però può essere definita rinnovabile solo l’energia che deriva da fonti con impatto zero sull´ambiente. Per il 61% le rinnovabili sono fonti che non inquinano l´ambiente, per il 18% sono fonti che non si esauriscono, per l´11% sono quelle a basso costo e per un 8% le ecoenergie sono quelle reperibili ovunque. Interessanti anche le risposte sui rigassificatori: il 55% sa di cosa si tratta, il 75% è pronto ad accettare la loro realizzazione con garanzie totali di sicurezza, il 59% con costante monitoraggio da parte di terzi, il 40% con compensazioni economiche, sociali ed ambientali, sempre il 40% con motivazioni chiare se dovesse essere scelta la loro zona di residenza, il 24% solo se c’è la possibilità di partecipare a decisioni importanti e tra questi ultimi due segmenti del campione il 15% chiede un coinvolgimento diretto nelle decisioni.

Secondo gli italiani ad informare i cittadini sui temi ambientali dovrebbe essere soprattutto il Comune (49%), seguito dal ministero dell’ambiente (34%), regione (29%), ministero della salute (21%), poi Asl (20%), provincia (17%), Arpa (8%), Aziende e Amministrazioni locali insieme (10%), associazioni ambientaliste (2%). Risposte che denotano una certa sottovalutazione della importanza ambientale per alcuni enti che invece hanno compiti ben precisi in materia.

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