[11/12/2007] Acqua

Oms: nell’est Europa meno del 30% delle abitazioni rurali ha l´acqua potabile

FIRENZE. Lo stretto rapporto tra qualità dell’ambiente e condizioni di salute della popolazione è acclarato, ed è alla base della sostenibilità dello sviluppo in cui le azioni dovrebbero integrare gli aspetti sociali ed ambientali in una condizione di fattibilità economica. In questo quadro le varie criticità ambientali hanno evidenti riscontri, talvolta drammatici, su “indicatori biologici” particolarmente sensibili come le persone anziane e i bambini.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha recentemente pubblicato il rapporto “Salute infantile e ambiente in Europa: valutazione di base”, che dovrebbe fornire strumenti utili agli operatori (medici, epidemiologi, politici) per attuare politiche di prevenzione e di promozione della salute ambientale, che siano adeguate alle esigenze della popolazione infantile europea. I dati raccolti nel rapporto saranno utili per attuare politiche sanitarie nell’ambito del Piano d’azione europeo sulla salute infantile e l’ambiente, per poi essere verificate in occasione della quinta Conferenza ministeriale su Salute e Ambiente in programma per il 2009.

Le diverse condizioni sociali, ambientali ed economiche, come è noto rendono il quadro dell’Europa non proprio omogeneo. Lo stesso, in conseguenza, dicasi per l’esposizione ai rischi sanitari dove i bambini dell’Est vivono situazioni di criticità maggiore. Lo studio dell’Oms indaga quattro tematiche prioritarie: l’accesso da parte dei bambini a fonti d’acqua sicura dal punto di vista sanitario; la mortalità infantile dovuta a eventi accidentali e alla mancanza di politiche di promozione dell’attività fisica per i minori; l’incidenza di malattie respiratorie a causa dell’inquinamento atmosferico; il rischio di malattie legate all’esposizione a sostanze chimiche e ad agenti fisici e biologici.

Pur non trascurando gli aspetti legati alla mortalità infantile dei bambini dovuta da eventi accidentali (cadute, ustioni, affogamenti e avvelenamenti sono responsabili della morte di oltre 75 mila bambini e adolescenti ogni anno) e tralasciando il problema dell’esposizione dei bambini a sostanze chimiche e ad agenti fisici e biologici dato che l’informazione raccolta per queste tipologie di rischio è molto frammentata e disponibile solo per pochi Paesi, ci concentriamo sugli altri due aspetti.

In primis l’inquinamento atmosferico sia interno che esterno. A causa di quest’ultimo quasi il 90% dei residenti nei centri urbani sono esposti ad un inquinamento atmosferico che supera i limiti consigliati e provoca l’aumento dell’insorgenza di malattie respiratorie e attacchi asmatici nei bambini.

Le cause di inquinamento atmosferico sono quelle conosciute, con in testa i gas derivanti dalle combustioni di carburanti solidi che determinano l’insorgenza delle malattie respiratorie, soprattutto nelle aree dell’Europa dell’est. Esiste inoltre una chiara correlazione causa-effetto tra l’esposizione a PM10 e l’insorgere di asma, tossi e bronchiti. Dati del 2004 rilevati sulla popolazione di diverse città europee mettono in evidenza come l’89% della popolazione, bambini inclusi, sia esposta ad elevati livelli di PM10.

Meno noto l’altro aspetto, quello legato all’accesso all’acqua potabile che non è solo nodo critico per i Paesi del Sud del mondo. In Europa occidentale, secondo lo studio, gran parte della popolazione dispone ormai da decenni di una fornitura di acqua potabilizzata (qualche differenza si registra anche da noi vedi situazione diversa tra nord e sud Italia), mentre nelle zone orientali tale accesso è spesso negato, e ci sono forti disparità tra zone urbane e zone rurali. In alcune zone dell’est Europa meno del 30% delle abitazioni rurali dispone della fornitura di acqua potabile e, a causa di questa situazione, muoiono ogni anno oltre 13.500 bambini sotto i 14 anni. Inoltre, anche laddove sono disponibili fonti d’acqua potabile, si sono spesso verificate epidemie dovute alla contaminazione dell’acqua a causa di guasti nelle tubature o alla grande diffusione di piccoli prelievi abusivi. Tra l’altro, in un sistema dove controlli e monitoraggi lasciano molto a desiderare, le stime possono essere approssimate per difetto.

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