[11/12/2007] Energia

La Cina chiude 355 piccole centrali a carbone

LIVORNO. La Cina sembra rimasta l’unico alleato su cui gli Usa possano contare a Bali per impedire un accordo su riduzioni obbligatorie delle emissioni di CO2, ma da questo grande Paese, che vede il suo strabiliante aumento di Pil in realtà eroso dai costi dei problemi ambientali-sociali, arrivano anche segnali positivi. La Commissione di Stato per lo sviluppo e la riforma (Cedr) ha deciso di chiudere 365 piccole centrali termiche per una capacità totale di 11,1 milioni di e kilowatt. La chiusura di queste installazioni è uno dei punti del programma nazionale di salvaguardia energetica e di riduzione dell’inquinamento. La Cina si é infatti impegnata a ridurre del 20% il suo consumo di energia per unità di Pil (l’intensità energetica) e del 10% le maggiori emissioni inquinanti tra il 2006 e il 2010.

I generatori bloccati hanno una potenza media di 30 mila kilowatt, un grosso consumo di carbone ed un’età media di 28 anni. Il 47% di queste centrali erano situate in sole 5 regioni: Henan, Jiangsu, Shandong, Mongolie Interna e Sichuan, 191 generatori con una capacità di 5,26 milioni di kilowatts. La misura ha colpito fortemente le 5 prime imprese della Cina, le imprese locali di investimento e le imprese di Stato che hanno dovuto chiudere 199 generatori, perdendo 8,51 milioni di kW.

Ma la Cina che dà battaglia a Bali per mantenersi le mani libere, a Pechino prepara anche una nuova legge sull’energia che tra i suoi punti centrali contiene la riduzione delle emissioni. Scorrendo i 140 articoli del progetto di legge non meno di 20 riguardano il risparmio energetico e le energie pulite e rinnovabili. La legge, che dovrebbe entrare in vigore entro il 2009, chiede ai governi locali di impegnarsi per l’efficienza energetica e per un nuovo modello di consumi e stili di vita. Le strutture di consumo di energia dovranno essere migliorate, incoraggiando l’efficienza e la sostituzione delle energie tradizionali con quelle di nuovo tipo.

Gli articoli della legge sono divisi per grandi temi e danno la priorità a: risparmio energetico; sviluppo coordinato dell’energia e dell´ecoambiente, sfruttamento razionale dell´energia rinnovabile, sviluppo dell’energia pulita e dell’energia nucleare per uso civile. Negli articoli della nuova legge cinese figurano anche il risparmio energetico per gli enti pubblici ed i dipartimenti governativi, il meccanismo di mercato per la conservazione dell’energia, tariffe e tasse energetiche. Le tariffe dovrebbero riguardare soprattutto gli incentivi per lo sviluppo dell’energia eolica, solare e le bioenergie.
Per quanto riguarda i biocarburanti, il ministero cinese delle finanze sta elaborando un progetto per promuovere la produzione di colture non alimentari, con aiuti flessibili offerti ai produttori ed agli agricoltori (3.000 yuan, 405 dollari per ettaro) per prodotti di origine forestale per etanolo e biodisel, e 2.700 yuan per ettaro per colture di sorgo e cassava per produrre biocarburanti.

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