[10/12/2007] Comunicati

Informazione sul web 2.0: scienza o alchimia?

FIRENZE. «Oggi la funzione della comunicazione scientifica non è più solo quella di svelare e divulgare, ma deve diventare sempre di più lo spazio privilegiato per la negoziazione e il confronto tra la stessa scienza e la società» - dichiara Venerdì scorso a Greenreport Nico Pitrelli, organizzatore del convegno di Forlì sulla comunicazione della scienza (29/11- 1/12 passati) e membro della Scuola superiore di studi avanzati (SISSA) di Trieste. E aggiunge: «ci siamo resi conto anche di un’altra cosa: la comunità di persone variegate che sta all’interno di industria, comunicazione, scienza, che insomma si occupa di questi temi, non ha più un’identità a cui riferirsi, manca cioè un’identità di teorie, di pratiche, di strumenti da condividere e questa identità ormai viene cercata nell’internet 2.0».

«La scienza è diventata cultura»: bene, ciò è veritiero ed è da un certo punto di vista una manna dal cielo, poichè la circolazione delle informazioni conduce alla diffusione e al conseguente affinamento delle idee. E Internet – è innegabile che ciò valga in particolare per internet 2.0, cioè l’aspetto informale e partecipativo della rete: blog, forum, Wiki - sta avvicinandosi sempre più all’ ideale “biblioteca universale” che molti speravano potesse diventare.

Ma in tutte le biblioteche si trovano anche libri avvelenati. E libercoli pseudo-scientifici (fino a veri e propri “Protocolli dei Savi di Sion” in versione scientifica-divulgativa: avviene sul clima, sull’ambiente, sull’energia) che, se nel mondo reale resterebbero nascosti in un seminterrato, sulla rete acquisiscono dignità e visibilità, purchè confezionati a dovere. È la civiltà dell’immagine e del pacco-regalo, questa. E sul web le luci brillanti attraggono ancora di più che nella nostra “first life”, nella nostra vita reale.

E così l’informazione scientifica (e ambientale) sulla rete si rivela troppo esposta al rischio di annacquamento o – peggio – di mistificazione, dati appunto dalla «negoziazione tra scienza e società» di cui si discute : il confronto on-line può portare allo stesso tavolo virtuale lo scienziato e il dilettante, il luminare e l’ adolescente assetato di conoscenza, l’accademico e il semplice curioso: e sono, questi, steccati che vengono abbattuti, e scienza che davvero si fa cultura. Ma con la stessa facilità può avvenire (e accade infatti con la stessa frequenza) il fenomeno opposto: posizioni estremiste, congetture basate sull’ ignoranza, idee farneticanti vengono proposte come “normali alternative” alle “opprimenti verità ufficiali” della scienza. La disinformazione può camuffarsi da “controinformazione”, e con attenzione all’immagine e buone capacità espressive si può “dimostrare” tutto e il contrario di tutto. E va sempre ricordato che il carisma del folle è sempre superiore a quello dell’uomo lucido: l’urlo sovrasta il ragionamento, la verità fideistica attrae più del dubbio scientifico. L’ alchimista è più seducente del chimico.

Anche se esistono studi che sembrano contrastare questa visione pessimistica dell’informazione sul web informale (al convegno di Forlì è stata presentata una ricerca in tal senso, che dall’analisi di 40mila articoli estratti dai principali quotidiani e 30mila presi dal web “partecipato” ha estrapolato un panorama più “scientifico” - e meno “magico” di come ci si potrebbe aspettare - dell’ informazione sulla rete), da molte parti si ritiene comunque che all’ arricchimento del flusso di informazioni scientifiche on-line stia pericolosamente affiancandosi un parallelo impoverimento della sua qualità.

Ciò vale in particolare per l’informazione ambientale, che - ancora oggi - troppo spesso è basata sulla trasmissione dell’ignoranza, invece che sulla comunicazione e condivisione della conoscenza. Meccanismo perverso – l’ esatto opposto della “partecipazione” - che trova oggi nel web 2.0 la sua più naturale espressione. E’ la “par condicio” delle idee scientifiche? Più probabilmente può diventare un nuovo falò della conoscenza, da cui esalino vapori rigeneranti, ma anche emissioni dannose, e miasmi infernali. Ma dotati di un profumo accattivante, e confezionati con attenzione in eleganti ampolle, pronte per l’uso.

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