[03/12/2007] Energia

Energie rinnovabili nel porto di Livorno, Alterna studia le possibilità

LIVORNO. Sulla banchina nord del porto turistico di Chiavari è stato installato un impianto fotovoltaico da 19,50 kWh. L´impianto fotovoltaico ha una produzione elettrica che arriva, normalmente, a 5506 kWh per un equivalente di circa 3860 kg di CO2 non immessa in atmosfera. La Marina di Chiavari ha inoltre acquistato delle piccole auto elettriche per gli spostamenti interni ed ha organizzato un nuovo servizio di raccolta differenziata per rifiuti dannosi quali olii esausti, batterie e filtri. E´ stato anche attivato un servizio di aspirazione di reflui che permette ai diportisti di poter eliminare i liquidi di sentina senza disperdere nulla in mare.

Un porto ‘verde’, dunque, o almeno che scommette sull’ambiente. Come vorrebbe fare anche il porto industriale di Livorno. Lo ha ribadito anche l’autorità portuale nell’ultimo convegno svolto al Lem relativo al progetto Alterna. Quello che è emerso anche dal dibattito finale è che le potenzialità per ‘darsi alle alternative’ il porto toscano le avrebbe tutte. Eolico, fotovoltaico, solare sono compatibili anche se per le pale si potrà procedere solo dopo i risultati degli impatti sull’avifauna. L’Autorità portuale ci crede, e così come la regione e la provincia (Ealp). Ora servono i fatti, anche perché i primi dati dello studio di fattibilità prodotto da Alterna sono incoraggianti.

Alterna ha analizzato i processi aziendali di alcune aziende operanti prioritariamente in ambito portuale, per conoscere le attuali esigenze organizzative e di gestione dell’energia tradizionale, e poter così studiare soluzioni alternative attraverso impianti di «energia pulita» (pannelli solari, fotovoltaici, impianti eolici).

Le aziende su cui finora è stato portato avanti lo studio di fattibilità sono: Capaldi; Intercontainers; Neri; Palombo; Porto di Livorno 2000; Port Technical Service; Riparazioni Darsena Toscana; Sovecar. Gli obiettivi sono la diffusione della cultura della «sostenibilità ambientale»; risultati concreti alle imprese aderenti, poiché per ciascuna azienda viene redatto uno “studio personalizzato di fattibilità” contenente l’analisi dell’organizzazione aziendale, la diagnosi energetica (analisi degli attuali costi e conseguente individuazione dei settori in cui si prevede un risparmio energetico attraverso impianti alternativi) e l’analisi degli impatti ambientali (step di partenza per un eventuale percorso di certificazione ambientale secondo la norma Uni en Iso 14001 o il Regolamento Emas); un sistema di monitoraggio informatico dell’andamento energetico, ovvero un software che può essere installato dalle aziende aderenti per tenere sotto controllo gli andamenti di utilizzo dell’energia e i risparmi realizzati attraverso impianti alternativi.

In prospettiva sarà possibile anche produrre energia, immagazzinarla e impiegarla ad esempio per ricaricare le batterie dei mezzi di lavoro (es. i carrelli elettrici); alimentare l’impianto di riscaldamento degli uffici; riscaldare l’acqua delle docce per gli spogliatoi dell’azienda. Con il vantaggio di ottenere risparmio dei costi energetici e alimentare l’impianto di riscaldamento degli uffici. Oltre a contribuire così anche all´obiettivo fissato dall´Ue del "20-20-20" che impegna i Paesi membri a ricavare il 20% di energia da fonte rinnovabile, a ridurre del 20% le emissioni di gas serra e ad attuare il 20% di risparmio energetico, entro il 2020. A Chiavari si è già partiti, a Livorno si progetta. E’ tempo che dalle parole si passi ai fatti.

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