[30/11/2007] Parchi

I parchi come i polli di Renzo

PISA. Le modalità discutibili e l’assoluta mancanza di criteri sulla base dei quali si è decisa ‘nottetempo’ la istituzione di tre parchi nazionali in Sicilia - diventati subito quattro - non potevano essere considerate – e lo dicemmo - una bella sortita.
Sono passate solo alcune settimane ed ecco che il sindaco di Castelbuono chiede che anche il parco regionale delle Madonie (uno dei tre parchi storici siciliani) diventi nazionale. Perché? Semplice; lo Stato può darci più soldi della regione (o almeno così crede e spera il sindaco Mario Cicero). E ora avanti un altro, l’asta continua.

Se volevamo una conferma di quanto fossero fondati i nostri timori sugli effetti perversi che avrebbe potuto avere la decisione presa - a cui si erano aggiunte a ruota le dichiarazioni del ministro Pecoraro Scanio sulla esigenza di avere almeno un parco nazionale in tutte le regioni di cui sfuggono le ragioni che nessuno si è neppure provato a formulare - ora l’abbiamo. E’ chiaro che se si continua - nonostante gli studi fatti a suo tempo ma regolarmente ignorati - a considerare i parchi a prescindere dalle loro dimensioni, caratteristiche, storia, gestione come intercambiabili, che possono cioè passare senza colpo ferire da una categoria ad un’altra, da una gestione istituzionale ad un altra senza credibili e valide ragioni che non possono essere quelle misteriose per cui Portofino – tanto per fare un esempio non nuovo - può ad ogni stormir di fronde passare da una categoria solo perché è più ‘figo’. Insomma i parchi come le altre istituzioni hanno bisogno di politiche non improvvisate, di incursioni e di blitz, ma di valutazioni di sistema, ossia d’insieme che anziché creare competizioni e conflitti aiutino a costruire una cooperazione di tutti i livelli istituzionali che oggi manca.

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