[28/11/2007] Parchi

La Spagna riapre la caccia al lupo

LIVORNO. I lupi minacciano le greggi del Mugello e diventano elemento di conflitto fra provincia e pastori, si espandono dagli ultimi santuari nei quali li aveva ricacciati una caccia crudele e superstiziosa e risalgono l’Appennino, valicano le Alpi e ripropongono la loro presenza dove erano stati dimenticati da decenni, a volte da secoli. Una dimostrazione di vitalità ed un’importante presenza ecologica nelle nostre montagne che cambiano abbandonate dall’uomo. Ma l’uomo non sempre gradisce. E’ il caso anche della Spagna dove le popolazioni autoctone di lupi, quasi estinte negli anni passati, hanno cominciato nuovamente ad espandersi, incontrando inevitabilmente sulla loro strada pecore, capre ed uomini.

«E´ gravissimo che in Spagna sia stata aperta la caccia al lupo con la sola motivazione di alleviare il conflitto con la zootecnia – dice Massimiliano Rocco, responsabile Traffic e specie del Wwf Italia - quando una convivenza “pacifica” tra predatori e animali domestici può essere garantita da espedienti diversi, come il ricovero notturno del bestiame, l´uso di cani addestrati o l´installazione di recinti elettrificati, che stiamo sperimentando con successo anche in Italia. Da tutta Europa sta emergendo una sempre maggiore insofferenza dell´uomo verso i grandi predatori e sempre più spesso la politica cede alle pressioni di pochi scegliendo la soluzione più semplicistica del problema, ovvero l´abbattimento legalizzato degli animali. Ma siamo noi ad avere gradualmente tolto spazio a orsi, lupi e linci che da secoli popolano il nostro continente. Sta quindi a noi trovare il modo per gestire questa convivenza senza minacciare la sopravvivenza di specie importantissime per i nostri ecosistemi».

Ma il Wwf parla spagnolo per farsi sentire in Italia (e in Toscana) dove l’insofferenza verso il grande canide selvatico sta aumentando nuovamente.

«Negli ultimi vent´anni, grazie anche ai progetti di conservazione del Wwf – dicono gli ambientalisti - la popolazione di lupi in Italia ha subito una notevole espansione demografica e geografica: dai circa 100 esemplari dei primi anni ´70 è passato agli attuali 400-500 animali (un numero che tuttavia non supera la soglia critica di sicurezza per la specie), riuscendo a riconquistare tutta la catena appenninica dalla Calabria alle Alpi Marittime e la catena alpina almeno fino alla Valle Stura in Piemonte. Nonostante questo successo e una legislazione che ne vieta l´uccisione, il Lupo italiano continua ad essere una specie minacciata, in primo luogo dal bracconaggio: fucili, trappole, tagliole e bocconi avvelenati, spesso per mano di cacciatori o allevatori in difesa del bestiame domestico, ogni anno colpiscono oltre il 20% della popolazione totale, compromettendo soprattutto le piccole popolazioni locali, già svantaggiate da un areale estremamente frammentato. Garantire al lupo un habitat ecologicamente sano e ricco di prede significa anche mitigare i conflitti con agricoltori e allevatori».

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