[28/11/2007] Energia

Liberiamo il potenziale della piccola cogenerazione

ROMA. Fra le tre leve principali del tema energetico (1. consumare di meno; 2. produrre con maggiore efficienza; 3. utilizzare fonti meno inquinanti e rinnovabili) la prima e la terza sono quelle che hanno goduto negli ultimi anni di maggiore promozione da parte dello Stato. In tema di efficienza, invece, la Piccola Cogenerazione presenta enorme potenziale (3.500 MWe installabili; 7 Mton/anno CO2 evitabili; Ricerca Assoesco 2006) ma non solo non gode di alcuna incentivazione concreta, ma viene anche osteggiata dal permanere di regole pensate in altri tempi e per altre tecnologie, che nessun Governo è riuscito ad modificare. E il potenziale resta da sfruttare senza tradursi in realtà.

Gli operatori della Piccola Cogenerazione attendono da anni la pubblicazione del Decreto Applicativo del Comma 71 della Legge Marzano, ancorchè limitata nell’applicazione al 31/12/08. E’ in ritardo sui tempi stabiliti anche il Decreto Applicativo del DLGS 20/07, art 6, che dovrà definire il sistema di incentivazione della Cogenerazione, così come l’Aeeg non ha ancora deliberato le regole applicative dello Scambio sul Posto per gli impianti di potenza inferiore ai 200 kWe né ha mai confermato la piena legittimità delle Esco a produrre su linea interna di utenza, lasciando queste ultime nelle mani dei grandi operatori energetici che hanno la forza per agire da sé la normativa che preferiscono.

Né il ministero dello sviluppo economico né l’Autorità per l´Energia Elettrica ed il Gas (Aeeg) hanno mai chiesto ufficialmente al ministero delle finanze di affrontare il tema del "consumo specifico", che limita la quota di metano defiscalizzato per la produzione elettrica a 0,25 mc/kWh, ben sapendo che si tratta di un parametro definito anni fa e relativo ad impianti di potenza dieci volte superiore rispetto al baricentro del mercato potenziale (il parametro deve salire a 0,40 e l’effetto della situazione attuale è che gli operatori che recuperano il calore cogenerato pagano più imposte di quelle che pagherebbero se lo disperdessero nell’aria). Per installare ed esercire un piccolo impianto da 100 kWe occorre affrontare un iter normativo complesso e rispondere alle richieste più stravaganti che ogni Ente (locale o centrale) ha il potere di imporre.

Ancora oggi, le norme VVFF impongono che il cogeneratore venga installato in un locale fisicamente separato dalla centrale termica e privo di alcun punto di contatto con essa, aumentando i costi di installazione in modo spesso proibitivo e riducendo di fatto gli impianti installabili. Una recente ipotesi normativa, pensata per semplificare il sistema autorizzativo, sembra addirittura aumentare gli adempimenti prevedendo l’introduzione di una certificazione (altri obblighi, altri costi, altri tempi….). Insomma, non uno dei provvedimenti citati è applicativo ed utilizzabile da parte degli operatori. Eppure il grande potenziale della Piccola Cogenerazione è davanti agli occhi di tutti.

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