[23/11/2007] Comunicati

Valutazione di impatto sanitario, uno strumento per agire

PISA. La Vis è uno strumento molto utile per i processi decisionali, ma va ancora affinato. I tempi sono ancora troppo lunghi per il suo svolgimento e serve un quadro normativo di riferimento. E’ poi necessario che si svolga una maggiore fase di conoscenza delle caratteristiche di questo strumento, per evitare che i rappresentanti delle diverse istanze, i cosiddetti stakeholders, tendano a cercarne ognuno per la sua parte le risposte alle proprie esigenze: prendere tempo piuttosto che avere la coscienza a posto rispetto all’avvio di processi di partecipazione.
Queste in sintesi le conclusioni del gruppo di lavoro “Vis a livello locale” condotto da Fabrizio Bianchi dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr e presentato questa mattina nell’aula magna storica della scuola Sant’Anna di Pisa.

La Vis si collega dal punto di vista metodologico e operativo con la Valutazione ambientale strategica (Vas) e attribuisce pari valore alle valutazioni ambientali e a quelle sanitarie alla Vas, così come alle consultazioni delle autorità competenti e dei cittadini, su entrambi gli aspetti.
La Vis può essere usata in via preventiva, per prevedere e valutare i potenziali effetti sulla salute di un determinato intervento, così da poterli mitigare, o in modo retrospettivo per valutare gli effetti sulla salute di una attività già in corso. Ma può essere utilizzata anche insieme alla realizzazione di un’opera per identificare e verificare la natura degli impatti che erano stati previsti.

Il metodo di applicazione prevede diverse fasi, tra cui l’analisi preliminare di un contesto per comprendere se ci sono elementi che suggeriscono l’uso dello strumento. Valutati questi elementi , la Vis prevede la descrizione e l’identificazione delle questioni che devono essere affrontate, la valutazione e la definizione di un modello dei potenziali impatti da cui discende una relazione finale in cui si elencano le raccomandazioni per limitare gli aspetti negativi e valorizzazre quelli positivi. Infine una fase di monitoraggio per seguire e valutare gli impatti nella realizzazione di politiche, piani, programmi.
Delle esperienze già fatte e delle prospettive future in Italia ne hanno discusso Eva Buiatti dell’Agenzia regionale toscana per la salute, Sonia Cantoni, Direttore di Arpa Toscana, Maura Cossutta del Ministero della Salute.

In Italia non è ancora prevista la Vis, ma la Toscana ha inserito, unica regione a farlo, il concetto di valutazione degli effetti sulla salute umana e della cumulatività degli impatti nella legge urbanistica. E la provincia di Firenze ha utilizzato la Vis per l’individuazione dell’area dove è prevista la realizzazione dell’inceneritore.

Tra le esperienze di Vis svolte a livello europeo, Emilio Galanti dirigente dell’area territorio e ambiente della provincia di Firenze, si è soffermato proprio sul processo avviato nell’area Osmannoro 2000 nel comune di Sesto fiorentino, per la realizzazione dell’impianto d’incenerimento a servizio dell’area metropolitana fiorentina. Il progetto, finanziato con strumento Life ambiente europeo, è stato impostato come strumento di pianificazione territoriale integrato, con l’obiettivo di comprendere oltre agli effetti sanitari , anche il percorso di pianificazione. La Vis aveva lo scopo di prevalutare l’impatto del piano dei rifiuti e dell’impianto previsto e di individuare poi tre categorie di azione: approvare, scartare, approfondire. L’analisi ambientale ha approfondito e individuato tutte le sorgenti di emissione e poi tramite modelli diffusionali ha caratterizzato l’area, arrivando ad effettuare anche la simulazione d’impatto. La parte epidemiologica ha valutato l’area dal punto di vista sanitario. La terza fase del progetto aveva il compito di suggerire ai decisori alcune indicazioni per rendere sostenibile il progetto, con l’obiettivo di farlo diventare tendente all’impatto zero attraverso la sottrazione di impatti pari a quelli che si andavano ad aggiungere. Tra le ipotesi suggerite, quella di cambiare localizzazione da Osmannoro a Case Passerini, in cui la ricaduta degli inquinanti non andava a interferire con altre situazioni critiche, ed è stato seguito.
Altri suggerimenti indicavano di effettuare il teleriscaldamento per sottrarre il contributo delle caldaie domestiche, anche per le aree contigue; interventi sulla viabilità per ridurre la congestione presente e la realizzazione di aree verdi per la capacità di assorbire inquinanti gassosi.

«I risultati macroscopici del percorso fatto in termini di consensi sono abbastanza evidenti - ha sottolineato Galanti - i tempi sono stati lunghi e non congrui per la decisione. Chi si opponeva non è stato certo convinto; prima si tendeva a perdere tempo poi a minimizzare lo strumento sino a screditarlo e adesso l’opposizione è ancora molto forte, tanto che si sta andando ad un referendum».

L’impianto non è ancora nemmeno in fase di progettazione, ha ricordato Galanti, ma la provincia di Firenze sta lavorando sia sulla viabilità sia sul parco della piana, che prevede un’area di 35 ettari di cui 20 boscati, che serviranno a ridurre dal 30 al 60% degli inquinanti e tra il 40 e l’80% del Pm10 e per la cui irrigazione verranno effettuate le acque reflue dell’impianto di depurazione di San Colombano. «Le amministrazioni si stanno muovendo- ha sottolineato Galanti- a prescindere dalla realizzazione dell’impianto per migliorare l’assetto urbanistico dell’area».
Come dire che quindi il percorso non è stato del tutto inutile come qualcuno avrebbe voluto far credere.

«L’esperienza di Vis fatta a Firenze - ha sottolineato Fabrizio Bianchi - oltre al problema dei tempi troppo lunghi, sconta il fatto che un vero e proprio processo di comunicazione e partecipazione delle popolazioni fin dall’inizio non c’è stata. Mentre invece va indirizzata da subito e continuata sino in fondo».
« Il processo – ha continuato Bianchi - è stato comunque molto consistente e ha dato la possibilità di mettere in evidenza criticità sanitarie che purtroppo non sono state seguite da necessari approfondimenti. Ma al di là di quanto verrà poi deciso riguardo all’impianto, ci sono comunque state ricadute positive per la popolazione».

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