[22/11/2007] Energia

Lo scaldabagno solare sino-tedesco e il riscaldamento globale

LIVORNO. I cambiamenti climatici e le questioni ambientali sono state al centro del discorso del primo ministro cinese Wen Jiabao al summit regionale dell’Asia dell’est di Singapore dove ha sottolineato le posizioni della Cina per combattere il riscaldamento globale ed ha chiesto ai Paesi asiatici di lavorare insieme per risolvere quel che ha chiamato un problema mondiale.

«Dobbiamo perseguire la crescita economica – ha detto Wen – lo sviluppo sociale e la protezione dell’ambiente in maniera coordinata ed equilibrata e mettere a punto dei modelli di produzione e consumo compatibili con lo sviluppo sostenibile».

Il primo ministro cinese ha chiesto agli altri Paesi di rispettare la Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici ed il Protocollo di Kyoto ed ha chiesto di aumentare i mezzi finanziari, lo scambio di informazioni e la cooperazione nella ricerca e per lo sviluppo dell’innovazione. Per Wen «l’adattamento ai cambiamenti climatici è una delle più grandi preoccupazioni dei Paesi sviluppati che dovranno attivamente aiutare i Paesi in via di sviluppo ad adattarsi ed a gestire le catastrofi naturali».

E’ il vecchio pallino cinese delle mani libere finché non abbiamo raggiunto il traguardo dello sviluppo occidentale, ma Pechino non sembra più limitarsi a facili proclami terzomondisti, comincia anche a razzolare bene. E’ il caso della joint-venture sino-tedesca per fabbricare scaldaacqua solari e resistenti al gelo .
I tedeschi spiegano che Cina verrà introdotta e sperimentata una nuova tecnologia chiamata “Aqua” per promuovere la ricerca e lo sviluppo dell’industria cinese del solare e sviluppare l’intero settore.

Il problema per gli scaldabagni solari in Cina si chiama inverno, quando la temperatura di uno scaldabagno raggiunge i 50 – 60 gradi, ma il modello sino-germanico della S.A.R.L. Linuo-paradigma integra la nuova tecnologia che permette alla temperatura di raggiungere oltre 200 gradi.

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