[15/11/2007] Comunicati

Bersani: «La Toscana dovrà ricavare benefici dall´accordo Galsi»

LIVORNO. «Anche la Toscana dovrà trarre beneficio dal gasdotto Galsi». Lo ha detto il ministro dello sviluppo economico >Luigi Bersani (Nella foto) nel suo intervento agli Stati generali della sostenibilità in corso a Firenze. «L’accordo – ha spiegato il ministro – è per un nuovo tubo che dall’Algeria sarà diretto in Sardegna e sbarcherà in Toscana. Dentro questo accordo Sardegna e Toscana dovranno ricavarne benefici. Ma più in generale tutti noi otterremo benefici. Noi usiamo tanto gas. Più di tutti in Europa. Si tratta di una risorsa più pulita, più costosa e che però ci sta comportando problemi di bolletta e di sicurezza energetica. Negli ultimi anni i consumi crescono e anche quest’anno saremo ‘al pelo’, mentre con gli accordi fatti andrà meglio nel 2008».

Dunque Bersani sembra rimette in gioco la Toscana nell’accordo Galsi anche se non è andato oltre nella spiegazione di come questo sarà possibile. Ponendo invece l’attenzione sul problema delle infrastrutture: «Con gli accordi fatti non siamo ancora a posto dal punto di vista della sicurezza energetica perché mancano le infrastrutture. Se vogliamo usare il gas piuttosto che il carbone perché è più pulito, io sono d’accordo, ma mi devo dotare di infrastrutture. E invece sento dire No anche a questo grado di razionalità ambientale».

Incalzato dalle domande del giornalista Alan Friedman, Bersani si è confrontato con il tema generale dell’evento fiorentino: la sostenibilità. «Penso che sia possibile una politica della sostenibilità – ha detto il ministro – e penso ad esempio alla misura dell’anno scorso relativa al cambio auto da euro 0 a euro 4. Abbiamo rottamato 1 milione e 400mila macchine e migliorato quindi la qualità dell’aria. E questo ha dato anche del Pil. Così però si fa una politica troppo facile, dove torna tutto: sostenibilità e crescita. Ma un filosofo diceva: quando una affermazione non è falsificabile non vale. In Emilia, che siamo più vicini ai maiali che alla filosofia, si dice che saremmo di fronte ad un maiale tutto di prosciutti… Invece ci sono delle increspature e sono molto forti. Faccio un altro esempio, in questi giorni al convegno sull’energia è emerso come clima e sicurezza energetica siano due problemi gemelli. Ma due gemelli che litigano e io non vedo attualmente come farli fare la pace. I no coke mi dicono no alla riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia. Poi parlo con i colleghi dell’India e mi dicono che useranno carbone cinque volte di più di quello che fa l’Italia. E lui ha negli occhi il consenso perché porterà così la luce nei villaggi e io invece c’ho il dissenso davanti. Il problema quindi è che la politica non ha fatto una quadra, non c’è una governace non solo in Italia ma ovunque. Detto questo io ho comunque fiducia che si troverà ed è certo che la sensibilità cresce ma ripeto la quadra politica non la vedo ancora».

Friedman ha chiesto poi a Bersani se sostanzialmente lo scenario è quello dove gli occidentali, che hanno inquinato per decenni, vanno dalla Cina e dall’India e chiedono loro di non farlo ricevendo per risposta il classico: “vai a quel paese”. Scenario che Bersani conferma: «Il concetto è più o meno così. Ma non c’è solo quello. Facevo riferimento al mercato della auto. Noi favoriamo questo ricambio da euro 0 a euro 4, ma gli Usa invece ricambiano a Suv. Un esempio tra i tanti che potrei fare. Il punto è che anche il piano del 20-20-20 dell’Ue, che è condivisibile, non risolverà i problemi neppure se verrà centrato completamente. Noi e con noi gli Usa dobbiamo farlo e poi andare in Cina o in Russia e dire loro che devono far qualcosa, magari in proporzione. E se qui abbiamo inventato una macchina che imprigiona la C02 la regaliamo ai cinesi perché è così che si deve fare. Migliori tecnologie là dove massimamente c’è bisogno, ma il problema è che non abbiamo la governace per farlo. Questo ci frega. Negli anni 70 era più facile, oggi non sai da che parte prendere la questione. Non c’è un luogo dove il discorso si possa fare più stringente. La nostra risorsa più scarsa è il tempo non il petrolio. Se non c’è governance su questo tema arriveranno solo scossoni che non possiamo dominare. E’ giusto quello che diceva Mario Tozzi, ovvero che la biosfera sta prima dell’economia, ma di fronte a problemi di sicurezza energetica non saremo così razionali per morire di migliore biosfera…».

Bersani ha poi parlato anche delle difficoltà relative alle rinnovabili e alla loro proliferazione, mettendo in luce la contraddizione che «nei convegni diciamo che le biomasse alimentate dagli scarti alimentari sono il massimo, ma poi vi assicuro che non si riesce ad installarla da nessuna parta. Si parla di rinnovabili dimenticandoci forse che sono impianti. E se noi alle parole non facciamo seguire impianti fisici vuol dire che incentiviamo solo fogli di carta verdi, e creiamo rendite finanziarie su queste. Ebbene, se è così io non ci sto a rendere il mercato opaco e finto. Bisogna quindi verificare con le Regioni che le cose fisiche si facciano».

Infine sulla finanziaria Bersani ha detto che «ci sono molte cose relative alla sostenibilità: allunghiamo di tre anni gli incentivi per l’edilizia sostenibile, legati alle ristrutturazioni, all’efficienza e al risparmio energetico; rilanciamo le rinnovabili e le mettiamo a regime; lanceremo i certificati bianchi e i biocarburanti». Una finanziaria che Bersani definisce «razionale» e che per questo, secondo lui, «ha buone probabilità di passare».

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