[15/11/2007] Rifiuti

Riduzione Ato, Toscana sud già al lavoro (ma con un occhio alla finanziaria)

GROSSETO. Ieri il Consiglio regionale della Toscana ha votato a favore del disegno di legge di modifica della 25/98, che tra le altre cose prevede la riduzione, per accorpamento, degli attuali 10 Ato per la gestione dei rifiuti a tre.
Solo pochi giorni fa in una nota firmata da otto presidenti su 10 degli Ato rifiuti, si mettevano in evidenza alcune criticità nel testo di revisione, tra cui il fatto che poiché quanto contenuto nella legge regionale si discostava da quanto previsto invece dalla legge nazionale (152/2006) si sarebbe potuto ravvisare l’incostituzionalità della norma. Su tutto questo pesa anche l’incertezza di quanto previsto nella legge finanziaria 2008, al voto finale al Senato.

Un emendamento proposto dal senatore Lignini prevede infatti la soppressione degli Ambiti territoriali ottimali e il passaggio delle loro competenze alle Province, anche se un sub-emendamento, pare suggerito dalla presidente dell’Umbria Lorenzetti, vorrebbe demandare invece tale scelta alla facoltà delle Regioni.
Nell’accorpamento previsto dalla nuova norma regionale, gli attuali ambiti territoriali di Arezzo , Siena e Grosseto, dovrebbero confluire in una unica struttura e abbiamo chiesto all’attuale presidente dell’Ato 9 Grosseto, Massimo Ricci, come si muoveranno per la futura riorganizzazione.

Ricci, ormai è cosa fatta e dovrete fondervi con Arezzo e Siena, ma se passa l’emendamento in finanziaria che vuole abolire gli Ato, che succede?
«La legge di riforma era nell’aria, non è certo un fulmine a ciel sereno, e c’è stato anche un confronto per arrivarci. E dato che l’emendamento in finanziaria è stato modificato lasciando la decisione alle Regioni, mi pare che sia già chiaro l´orientamento della Toscana.
Io credo che questa modifica sia un punto di partenza positivo per due motivi: il primo di ordine più generale attiene ai costi della politica, che verranno ridotti come chiede il Paese. Credo anche che questo sia un piccolo passo e che bisogna certamente mettere mano anche ad altri settori, per esempio riportare il numero dei consiglieri regionali da 65 a 50. L’altro aspetto è legato più specificamente alla pianificazione e alla gestione dei rifiuti e anche da questo punto di vista credo che si vada verso una vera integrazione regionale di area vasta per raggiungere economie di scala che sinora non si era stati in grado di attuare».

Da parte dell’Ato di Siena sembra che ci sia stata già una dichiarazione di disponibilità a mettere in gioco l’esperienza e gli ottimi risultati raggiunti, va letta come una candidatura a fare da capofila?
«In termini organizzativi è una partita del tutto aperta. Ma proprio stamani ho fissato un incontro per la prossima settimana con i miei colleghi degli altri due Ato interessati all’accorpamento. Abbiamo novanta giorni di tempo dall’entrata in vigore della legge (da gennaio ndr) per integrare i tre piani esistenti e c’è quindi da lavorare. E’ evidente che si dovrà comunque tenere conto delle caratteristiche territoriali nella riorganizzazione, e se è vero che Grosseto ha un territorio meno popolato rispetto agli altri, è altrettanto vero che è molto più disomogeneo e vasto. Basti pensare che va dall’isola del Giglio al territorio dell’Amiata, con all’interno arre urbanizzate e turistiche oltre a territorio aperto, anche questo dovrà pesare».

Pochi giorni fa era stata inviata una nota alla Regione a firma di otto presidenti di Ato, piuttosto critica nei confronti delle modifiche previste, adesso è tutto a posto?
«Fa parte della normale dialettica e anzi ci era stato richiesto un parere articolato come “persone informate sui fatti”».

Ma le vostre osservazioni sono state accolte?
«Non ho ancora visto il testo definitivo e non lo so dire».

Una di queste riguardava il problema degli affidamenti del servizio
«C’è una profonda confusione, iniziata con il 152, che poi non ha prodotto i decreti tecnici, che voleva si andasse esclusivamente a gara, proseguita con le previsioni di riforma a livello nazionale, su cui ancora si discute quando e come andare a gara e quando no. Ma c’è anche una norma di riferimento che è il Testo unico degli enti locali, che prevede l’affidamento in house.
Io credo sarebbe bene lasciare anche gli affidamenti in house come opzione possibile per la scelta del gestore e l’affidamento del servizio».

«L´iniziativa della Regione Toscana di approvare la legge regionale sui rifiuti è pregevole perché prova a risolvere una grave incertezza normativa nazionale derivante dalla mancata attuazione del testo unico sull´ambiente (152/06) e quindi a porre chiarezza sulle competenze di ATO e gestori». Questo invece il commento di Alfredo De Girolamo, presidente Cispel Confservizi Toscana (l´associazione regionale delle aziende di servizio pubblico) che ha voluto sottolineare anche una certa preoccupazione: «la legge individua un percorso complesso da attuare in soli 7 mesi, spero davvero che i tempi siano rispettati perché altrimenti il sistema toscano di gestione dei rifiuti potrebbe andare in crisi: sono in esaurimento le discariche regionali ed è urgente far partire prima possibile i lavori per i termovalorizzatori».

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